Comitato NO Grandi Navi – Laguna Bene Comune
Alle Forze politiche e ai candidati
per le elezioni nazionali del 24 e 25 febbraio 2013
Questo è il testo della Petizione Popolare: “FUORI DALLA LAGUNA LE NAVI INCOMPATIBILI” sottoscritta da
12.565 persone (2.514 firme raccolte sul sito petizionionline ; 10.051 firme raccolte nei gazebo itineranti a
Venezia, Mestre e Marghera) che è stata consegnata all’Autorità Portuale di Venezia, alla Capitaneria di
Porto, all’UNESCO, alla Municipalità di Venezia e che nelle prossime settimane verrà consegnata a tutti gli
altri enti ed istituzioni che hanno competenze in materia.
Petizione Popolare FUORI DALLA LAGUNA LE NAVI INCOMPATIBILI
Le GRANDI NAVI DA CROCIERA inquinano ciascuna come 14 mila automobili e compromettono la
salute dei cittadini, quelli di oggi e soprattutto quelli di domani
Le GRANDI NAVI DA CROCIERA per le loro abnormi dimensioni mettono a rischio la sicurezza della
città e la sopravvivenza della laguna
Le GRANDI NAVI DA CROCIERA non portano benessere, arricchiscono solo chi specula su un turismo
insostenibile e aggravano l’impoverimento della città di residenti e servizi trasformandola in una
Disneyland
Il Decreto dei Ministri dei Trasporti e dell’Ambiente del 2 marzo 2012 vieta il transito nel canale di
San Marco e nel canale della Giudecca delle navi di stazza lorda superiore alle 40.000 tonnellate ma
l’applicazione di questo divieto viene rinviata a tempi futuri indefiniti, quando “saranno praticabili
vie di navigazione alternative a quelle vietate”
NOI VOGLIAMO
che si affrontino subito le soluzioni alternative definitive senza ipotizzare costose
e devastanti soluzioni provvisorie. Per ragioni di sicurezza, di salute pubblica e di difesa
dell’ecosistema lagunare si vieti immediatamente l’accesso in laguna delle navi al di sopra
delle 40.000 tonnellate di stazza lorda.
che contemporaneamente vengano avviate le procedure per l’estromissione
definitiva di quelle navi che studi autorevoli e indipendenti, da avviarsi immediatamente,
dichiareranno incompatibili col benessere della città e col recupero morfologico della
laguna, compromesso dalle eccessive sezioni alle bocche di porto e da canali troppo larghi
e profondi.
che venga installata una rete di centraline Arpav per rilevare la qualità dell’aria a
Venezia Centro storico e nelle isole
che vengano emanati con urgenza provvedimenti cautelativi in difesa della
salute pubblica come l’obbligo per tutte le navi in movimento all’interno della laguna di
usare carburanti con contenuti di zolfo inferiore allo 0,1%; l’obbligo di utilizzare le
migliori tecnologie per ridurre al massimo la produzione ed emissione di inquinanti; la
possibilità di utilizzare gli apparati radar solo in caso di nebbia per le navi in
movimento; l’elettrificazione di tutte le banchine d’ormeggio nella laguna di Venezia
che il sindaco (responsabile per legge della salute) promuova con l’Ulss12
veneziana un’indagine sulla salute dei cittadini in connessione con il crocerismo
che si stabilisca una soglia totale di sostenibilità giornaliera turistica, e che
anche al crocerismo ne venga assegnata una quota invalicabile
LETTERA APERTA ALLE FORZE POLITICHE E AI CANDIDATI
PER LE ELEZIONI NAZIONALI DEL 24-25 FEBBRAIO 2013
DAL 2010 IN OGNI OCCASIONE DI DIBATTITO POLITICO PROPONIAMO QUESTO DOCUMENTO PER RICORDARE A TUTTI
CHE MODELLI DI SVILUPPO SCELLERATI HANNO PRODOTTO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE E SOCIALE CHE È SOTTO
GLI OCCHI DI TUTTI !
ECCO LA CITTA’ E IL TERRITORIO CHE VOGLIAMO
Venezia e la laguna sono un bene comune del mondo intero e non una merce e come tale va
sottratto alla privatizzazione ed a ogni speculazione. Per la salvaguardia della laguna, oggi soggetta
ad un drammatico processo erosivo, che le opere del MoSE rischiano di rendere irreversibile, va
redatto un nuovo piano per un riequilibrio idrogeologico e morfologico che inverta i processi in
atto che altrimenti a breve la trasformeranno in un braccio di mare.
Il Parco dell’intera laguna potrebbe esserne lo strumento di gestione attiva.
L’attività e lo sviluppo portuale, in un sistema di rete con gli altri porti dell’alto Adriatico in virtù di
una selezione dei traffici e delle carattersiche-dimensioni degli scafi, vanno sempre rapportati con
il riequilibrio lagunare. Navi crociera, petroliere, porta containers, molte delle quali con stazze
già incompatibili con la laguna, diventeranno sempre più grandi e non possono più attraversarla
perché richiedono lo scavo di canali che aumenteranno l’erosione e distruggono la morfologia dei
fondali.
In un quadro di differenziazione portuale delle tre bocche ( Lido passeggeri, Malamocco
commerciale , traghetti ,Chioggia pescherecci ) è auspicabile la realizzazione di un sistema di
strutture a mare con basso impatto ambientale per quelle navi che richiederebbero profondità di
canali incompatibile con l’equilibrio lagunare ( un apposito terminal passeggeri in prossimità della
bocca di Lido e boe galleggianti a mare con collegamento pipelines per petroliere e gasiere
evitando così attraversamenti lagunari pericolosissimi ).
Il sistema MoSE è inutile perché esistono efficienti alternative, pericoloso come dimostrano gli studi
di “Principia” sul rischio di tenuta delle paratoie in particolari condizioni di mare, (pericolo di
collasso), dannoso e incompatibile con il sistema lagunare e le attività portuali per le previsioni
sul numero delle chiusure e sui danni alle attività portuali e sull’aumento dei livelli di
inquinamento delle acque lagunari. Bisogna bloccare i lavori del MoSE, con varianti in corso
d’opera, riconvertendo le opere marittime realizzate, attraverso soluzioni progettuali delle bocche
sperimentali, graduali e reversibili. Se il drammatico trend di aumento del livello medio marino
risultasse confermato non c’è progetto alle bocche di porto e in laguna che tenga! Bisognerebbe
chiudere le paratie quasi tutti i giorni (due volte al giorno d’inverno). Quindi per la riduzione dei
livelli di marea in laguna vanno innalzati i fondali alle bocche (che possono ridurre tutte le maree
fino a 28 centimetri) e perseguite quelle ricerche sulla iniezione di fluidi negli strati geologici
profondi (insufflamento di acqua salata a 700-900 metri di profondità ) volti al sollevamento di
grandi porzioni di territorio. Queste tecniche vengono già utilizzate per immagazzinare ed estrarre
gas nei depositi profondi con conseguenti innalzamenti e abbassamenti dei suoli come risulta da
una ricerca del dipartimento di Geologia di Padova: con questa tecnica si può, in 5 anni e in
sicurezza, alzare tutta la città fino 35 centimetri.
Il turismo a Venezia da risorsa è divenuto, con i suoi quasi 30 milioni di turisti annui (in crescita) una
distruzione, anche fisica, della città e l’espulsione continua degli abitanti. E’ necessario non solo
un governo dei flussi ma la costruzione di una politica territoriale conseguente (PAT e nuovi
strumenti urbanistici) e una revisione radicale della mobilità. Al fine di velocizzare il traffico localee di decentrare quello turistico vanno ristrutturati in ragione degli utenti (turisti da un lato,
residenti, pendolari per lavoro e studenti dall’altro) i punti di penetrazione, d’arrivo e di
attraversamento: Fusina, Tessera e Punta Sabbioni per i turisti, metropolitana di superficie (SFRM)
e riorganizzazione dei vettori acquei, ove serva con linee veloci con meno fermate, per tutti gli
altri. Non é possibile alcuna metropolitana sotto la laguna o la città sia per la pericolosità
distruttiva del fondo (caranto), della morfologia lagunare e delle falde acquee sotterrane. Ma
soprattutto perché, di fatto -come dimostrano ormai tutti gli studi- al solo servizio di un aumento
turistico incontrollato collegato ad una fermata dell’alta velocità a Tessera. Un attraversamento
in galleria sotto tutta la gronda lagunare del treno per la TAV, è altrettanto distruttivo della
metropolitana subacquea.
Una diversa politica territoriale deve innanzitutto bloccare ed invertire la trasformazione della città
in un albergo diffuso (hotel, pensioni bed&breakfast) ripristinando le norme che governano i
cambiamenti d’uso degli immobili. Debbono essere incentivata invece tutta la residenzialità,
sociale e studentesca, con un governo del mercato immobiliare ora selvaggio e devono essere
garantite le possibilità manutentive degli immobili di residenza locale con opportune agevolazioni.
E’ necessario un welfare municipale fiscale che garantisca casa, reddito, cultura e servizi a tutti,
all’insegna di un nuovo patto solidale tra generazioni come il mantenimento e potenziamento
delle strutture universitarie legandole alle funzioni della città e incentivandone la distribuzione in
ogni sestiere. Venezia deve essere anche città per i giovani ed i bambini con gli opportuni servizi
servizi scolastici e culturali: luoghi di aggregazione (non solo di consumo) in spazi (spesso ora
dismessi) per il gioco, la musica, il teatro e i concerti e, in genere, le attività autoprodotte.
La democrazia partecipata da esigenza è divenuta una necessità: le decisioni importanti sulle scelte
amministrative -soprattutto quelle problematiche- devono prevedere procedure informative fin
dall’inizio e di consultazione popolare prima delle decisioni amministrative.
Federalismo solidale, anche fiscale, che non sia un nuovo centralismo delle Regioni, ma una
democrazia partecipata a livello di municipi, con piena cittadinanza di tutti, compresi gli immigrati,
a cui garantire il diritto di voto amministrativo.
Riconversione produttiva e bonifica dei suoli di Porto Marghera , per insediarvi attività veramente
eco-compatibili. Bisogna cambiare modelli e sistemi produttivi:
• messa al bando dei cicli produttivi che utilizzano e producono prodotti cancerogeni e genotossici,
• messa al bando dei cicli produttivi e stoccaggi rientranti nelle “Direttive Seveso”,
• Incentivazioni ed agevolazioni per attività ecocompatibili rientranti nel settore della “Green
Economy
• Riduzione al minimo e superamento dell’incenerimento dei rifiuti; privilegiando azioni,
metodologie e tecnologie miranti alla riduzione dei rifiuti e imballaggi all’origine e potenziando al
massimo la selezione, recupero e riutilizzo.
• Riduzione al minimo e superamento del sistema di produzione di energia elettrica derivante da
carbone e derivati del petrolio; privilegiando la produzione di energia veramente pulita derivante
da: solare termico, fotovoltaico, geotermico, eolico e uso delle correnti e onde marine.
• Incentivazione e agevolazioni per attività relative alle bonifiche, al restauro e difesa del territorio,
della laguna e della città storica.
• Tutti i lavoratori coinvolti nelle chiusure e ristrutturazioni di impianti e cicli produttivi dovranno
avere massima garanzie sul mantenimento del reddito fino al loro reinserimento in altre attività
dell’area industriale.
L’area industriale di Porto Marghera bonificata avrà un ruolo strategico fondamentale per ospitare
nuove attività economiche ecocompatibili e di ricerca per evitare e neutralizzare nuovo
consumo di suolo con cementificazioni per progetti estremamente discutibili come:Veneto City,
Marco Polo City, Città della Moda.
AmbienteVenezia – Medicina Democratica – Associazione Gabriele Bortolozzo