Archivio mensile:marzo 2012

LA LAGUNA NON E’ UN PORTO

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Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune – Comunicato n.23

pubblicata da Comitato No Grandi Navi il giorno venerdì 30 marzo 2012 alle ore 17.38 ·
 

Non volevamo intervenire nella stucchevole discussione su dove localizzare “in laguna” un terminal croceristico alternativo alla Marittima e all’”inchino” a San Marco proprio per le ragioni espresse dal consigliere comunale Udc Ennio Fortuna che ieri ha spiegato che “continuando a fare proposte e ad articolare progetti alternativi si fa il gioco di chi intende lasciare le cose come stanno”. Perfettamente d’accordo, anche perchè non esistono soluzioni provvisorie in laguna i cui costi non finiscano per renderle definitive. Fortuna, però, ci tira per i capelli nel dibattito quando sostiene che “nella stessa direzione si muovono tutti coloro che invitano a fare studi e progetti in laguna”, e siccome quelli siamo solo noi del Comitato No Grandi Navi, ci tocca per forza replicare.

A noi non basta togliere le navi dal Bacino di San Marco, portandole in Marittima dalla porta di servizio attraverso il Canale dei Petroli e via devastando, né ci basta portarle a Marghera, o a Fusina, o in Bacàn, o a Porto San Leonardo o dovunque qualcuno abbia indicato all’interno della laguna, dove resterebbero tutti i problemi e le criticità a partire dall’enorme inquinamento. Noi, infatti, diciamo che le navi incompatibili devono semplicemente restare fuori dalla laguna, e ciò perchè la laguna non è un contenitore buono per tutti gli usi ma un ambiente unico al mondo che non è solo un bene culturale degno di difesa di per sé ma la condizione per la sicurezza e la sopravvivenza di Venezia. Peccato che cent’anni di portualità l’abbiamo distrutta, riducendola a un braccio di mare, e che continuando così tra cinquant’anni, come ben spiega l’ingegnere idraulico Luigi D’Alpaos, sarà definitivamente persa.

Ma quali sono le navi compatibili col benessere della città e il recupero morfologico della laguna, e soprattutto quante? Lo possono dire, con la certezza di resistere a qualsiasi ricorso, solo studi autorevoli e non di parte, che prendano in considerazione tutti i problemi connessi col crocerismo e con l’asfissiante pressione turistica di cui le grandi navi sono un aspetto. Abbiamo ottenuto che il Comune promuova questi studi (veglieremo che ciò avvenga in fretta) e abbiamo chiesto altrettanto alla Commissione Ambiente del Senato: le navi compatibili potranno continuare a entrare nel numero che si deciderà e anche a far capo alla Marittima, che potrebbe in parte diventare il più bel marina del Mediterraneo. Quelle incompatibili resteranno fuori e su questo “fuori” – nessuna nave, terminale in mare, terminale alle bocche di porto – si potrà ragionare dati alla mano.

Nell’immediato siamo d’accordo con Fortuna per avere cautelativamente al più presto “un drastico divieto senza alternative, senza riserve e senza rinvii”, e non c’è studio che lo possa ritardare o impedire. Al contrario, un divieto immediato, che sarebbe la risposta più coerente a una situazione di pericolo, renderebbe gli studi più urgenti e veloci.

Silvio Testa

Portavoce del Comitato

No Grandi Navi – Laguna Bene Comune

 

 

IL COMITATO NO GRANDI NAVI CITATO IN GIUDIZIO?

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(Sandro Trevisanato)

Leggiamo sul Gazzettino di oggi (“Crociere, pronti ad andare in Tribunale”, pag. IV) che il presidente della Venezia Terminal Passeggeri, Sandro Trevisanato, sottoporrà all’assemblea dei soci la valutazione se citare in giudizio il Comitato No Grandi Navi per risarcimento danni. Ebbene, se esprimere civilmente opinioni e timori è un reato, Trevisanato ci citi. Prima di noi, però, Trevisanato citi il sindaco, Giorgio Orsoni, che a dicembre aveva proposto di spostare il terminal croceristico a Porto Marghera per i rischi connessi al passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco; poi citi ancora il sindaco e il presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Costa, per l’accordo del 14 dicembre 2011 che sanciva la necessità di ridurre o azzerare il passaggio delle stesse navi in Bacino attraverso un diverso percorso in laguna; poi citi ancora il presidente dell’Autorità Portuale per la lettera del 18 dicembre 2011 al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, con la quale sono stati proposti lo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo per evitare o ridurre il passaggio delle grandi navi in Bacino e addirittura la creazione di un porto passeggeri in mare a Pellestrina in un’area di cantiere del Mose; infine citi lo stesso ministro Clini e il ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, per il decreto congiunto che vieta il passaggio davanti a San Marco delle navi di stazza superiore alle 40 mila tonnellate. Se, infatti, alcune manifestazioni pubbliche del Comitato hanno così spaventato le compagnie di crociera americane da creare danni documentabili alla Vtp, benchè come conferma lo stesso Trevisanato almeno la Costa Crociere non abbia dato alcuna disdetta, certamente le stesse compagnie si saranno spaventate assai di più per gli atti amministrativi e le dichiarazioni pubbliche delle Autorità italiane a tutti i livelli, fondati almeno su di una parte delle nostre stesse preoccupazioni. Cosa dice il Comitato No Grandi Navi? Che le navi inquinano (e crediamo sia incontrovertibile) e che i loro fumi possono procurare danni alla salute, che nulla si sa dei probabili effetti idrodinamici e sulla morfologia lagunare, che sono soggette a incidenti e che il loro passaggio in Bacino San Marco è un rischioso azzardo. E il Comitato afferma che il carico di visitatori connesso al crocerismo è la goccia che fa traboccare il vaso di un turismo ormai oltre il livello di guardia. Siamo i soli a pensarla così? Sono questi i reati che ci contesta Trevisanato? Il Comitato, dunque, chiede l’estromissione dalla laguna di quelle navi che saranno dichiarate incompatibili col complessivo benessere della città e col recupero morfologico della laguna e a tal fine ha proposto attraverso due emendamenti, uno al Piano di assetto del Territorio (citerà Trevisanato anche la giunta e il consiglio comunale?) e l’altro alla legge speciale per Venezia in discussione in Parlamento, studi autorevoli e soprattutto non di parte come quelli fino ad oggi commissionati dall’Autorià Portuale. Se davvero andremo a giudizio sarà l’occasione giusta per avere tali studi, attraverso i periti che certamente il Giudice vorrà nominare. Esisteranno navi incompatibili con la città e con la laguna, oppure per Trevisanato tali navi non esistono e qualsiasi cosa venga varata da oggi in poi, come la Msc Divina da 333 metri di lunghezza e 137 mila tonnellate di stazza, ha diritto di entrare in laguna e passare a 200 metri da Palazzo Ducale, a prescindere da quanto il suo passaggio sia monetizzato?

Silvio Testa Portavoce del Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune

COME INTIMIDIRE CHI PROTESTA

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(Gianfranco Mossetto, presidente di Est Capital)

 

Archiviata dal giudice la denuncia per diffamazione

presentata da EstCapital contro gli ambientalisti del Lido

 

Giovedì 16 febbraio si è tenuta l’udienza per un processo per diffamazione a seguito di una denuncia presentata da EstCapital nei confronti di tre attivisti del Coordinamento Associazioni Ambientaliste del Lido (Federico Antinori, Salvatore Lihard, William Pinarello) e del prof. Edoardo Salzano, già assessore all’Urbanistica del Comune di Venezia ed autore del pamphlet Lo scandalo del Lido (Corte del Fontego, 2011).  

La denuncia si basava su un articolo pubblicato dalla Nuova Venezia nel 2010 che riprendeva un comunicato stampa del Coordinamento a proposito della “busta A” che ha caratterizzato il primo bando per la vendita dell’area dell’ex Ospedale al Mare.

Già il Procuratore Gava aveva ritenuto l’azione degli ambientalisti pienamente legittima, ma la società, che da sola era rimasta in gara per l’acquisto del compendio dell’ex Ospedale, ha chiesto il giudizio ritenendosi diffamata dall’attività del Coordinamento.  

Gli ambientalisti, difesi dall’avvocato Angelo Pozzan, hanno avuto piena soddisfazione, il Giudice, dott. Giuliana Galasso, ha infatti archiviato la denuncia attestando che  

è sicuramente diritto dei cittadini e delle associazioni ambientaliste in cui si riconoscono, esprimere valutazioni critiche, anche pesantemente critiche, in ordine all’operato della P.A., specie quando coinvolgono il diritto alla salute e alla tutela dell’ambiente”. 

Riconosciuta dunque la libertà di critica nei confronti della Pubblica Amministrazione (in questo caso la struttura di missione del Commissario delegato) che aveva redatto il bando con la possibilità di presentare proposte nella busta A. 

La diffamazione sarebbe consistita nell’utilizzo del termine “anomalo” per definire il procedimento che prevedeva quella busta A con la possibilità per l’offerente di indicare, oltre al prezzo di acquisto dell’area, anche altre proposte di investimenti nell’isola del Lido. In realtà, secondo il Coordinamento, non si poteva dire che quel bando redatto dal Commissario delegato fosse assolutamente normale. Lo stesso dirigente comunale chiamato a deporre (il dott. Bassetto) ha dichiarato che era la prima volta che si imbatteva in una cosa del genere. In effetti quel bando, con la busta A, dava “la facoltà di prospettare ulteriori interventi in aree […] non da alienare, ma ad esse complementari” senza alcun riflesso diretto per la gara, come dichiarato dallo stesso Commissario nella Conferenza di servizi del 28.12.2009

Ma è singolare come, andato a monte quel bando di gara, il bando seguente (dell’ottobre 2010) sia stato riformulato non più come semplice vendita dell’ex Ospedale, bensì come “affidamento” di tre interventi: l’insediamento turistico-residenziale nell’ex Ospedale al Mare (con la vendita della relativa area) e la

realizzazione dello stabilimento balneare e del porto turistico (con relative concessioni del demanio marittimo), … esattamente secondo le proposte di EstCapital contenute nella famosa busta A.

La difesa ha anche precisato che l’attività del Coordinamento non si è in alcun modo rivolta in questi anni alla denigrazione della società EstCapital, ma bensì esclusivamente al merito dei problemi ambientali dei grandi progetti sul Lido (proposti non solo da EstCapital) come ben risulta dai materiali disponibili sul sito

www.unaltrolido.com. 

In questo spirito proseguirà perciò l’azione del Coordinamento, sperando che non giungano altre denunce di tal genere … ed altre spese di difesa da sostenere …! Altrimenti si tratterebbe di reali atti di intimidazione alle associazioni ed ai movimenti che si occupano della tutela dell’ambiente e del bene comune.”

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Osserva Paolo Fumagalli:  

“Chi rimborserà adesso i componenti del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste del Lido che hanno speso tempo e danaro per gli avvocati ? Cifre che per Est-Capital sono bazzecole ma per chi vive di stipendio o pensione non sono affatto insignificanti. Quando leggo che il Sindaco pensa di querelare Italia Nostra, quando leggo che il Direttore Generale dell’Asl pensa di querelare chi ha scritto che l’Ospedale Civile chiude, quando leggo che Benetton pensa di querelare non ricordo chi ecc. ecc. mi domando se questo sia un metodo per far chiudere la bocca a dei poveri cristi che riportano le critiche e le proteste dei cittadini e che nonostante alla fine avranno ragione, dovranno pagarne le spese di tasca propria. È un bel metodo quello di Golia di perseguitare Davide. ”