Archivio mensile:aprile 2013

VENEZIA CITTÀ DI LETTORI

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Quest’anno Venezia rischia di essere nominata
Capitale Europea dell’Analfabetismo. Nella città
storica sta chiudendo una libreria dopo l’altra.
Il bollettino degli ultimi anni è drammatico.
Hanno già chiuso: la libreria Fantoni a San Luca,
la libreria al Fontego a Rialto, la libreria Marco
Polo a San Lio (e quella a San Giovanni Grisostomo,
chissà), la libreria Mondadori a San Marco, la
libreria Old Books al Ghetto, la libreria Patagonia
a Dorsoduro, la libreria Rossa a San Pantalon, la
libreria Sansovino in Bacino Orseolo, la libreria
Solaris alla Maddalena, la libreria Tarantola a San
Luca. Le prossime saranno la libreria Goldoni a
Rialto, la libreria Capitello a Cannaregio. Anche
Laboratorio Blu al Ghetto è a rischio. Questo sta
succedendo nel cuore della città che ha inventato
l’editoria moderna.
Siamo ben consapevoli che oggi la crisi del libro
sia ovunque. Ma qui nella città storica non sono
solo le librerie a sparire. È la vita quotidiana a perdere
pezzi. Scompaiono le botteghe artigiane e i
negozi di vicinato. Venezia si sta trasformando in
un temporary shop per visitatori di passaggio. Fra
poco non sarà più prevista la residenza né l’esistenza,
gli abitanti stanno diventando un fastidioso
ostacolo al fondamentalismo turistico.
Ci sono tante persone fattive che si impegnano
allo spasimo nelle amministrazioni pubbliche,
eppure vincoli burocratici, ritardi legislativi, frammentazione
delle competenze frenano anche le
energie più virtuose.
Ecco le nostre richieste:
◆ a tutte le persone, soggetti pubblici e privati,
enti, fondazioni, società, associazioni, grandi
marchi, singoli proprietari che hanno interessi
nella città storica, e che dall’enorme patrimonio
simbolico che Venezia rappresenta nel
mondo ricavano un guadagno economico e
d’immagine, chiediamo di restituire almeno in
parte ciò che la città dà loro;
◆ ai parlamentari italiani, in particolare a quelli
fra loro che sono lettrici e lettori “forti” e appassionati,
chiediamo di tradurre subito in
azioni politiche il grande lavoro svolto in questi
anni da varie associazioni nel nostro Paese (per
esempio Presìdi del libro e Forum del Libro):
un lavoro che è sfociato anche nella discussione
di leggi di iniziativa popolare che, fra le altre
cose, chiedono il riconoscimento delle “librerie
di qualità”, con iniziative di sostegno alle librerie
indipendenti;
◆ alla Regione Veneto chiediamo di legiferare e
attuare al più presto politiche in favore delle librerie,
secondo le facoltà che le assegna la Costituzione
Italiana (in conformità all’articolo 117);
◆ al Comune di Venezia chiediamo di inserire le
librerie tra le categorie commerciali insediabili
in locali di proprietà pubblica; di abbassare
alle librerie le tariffe di servizi come quelle per
l’asporto rifiuti, di concedere gratuitamente
l’uso del plateatico per iniziative culturali e permettere
l’affissione gratuita di locandine che le
pubblicizzano;
◆ alle diverse istituzioni chiediamo che, ognuna
nell’ambito della propria competenza, non
producano politiche in grado di favorire, soprattutto
nelle città storiche, rendite e progetti
speculativi espellendo attività incapaci di reggerne
l’impatto, prime fra tutte le librerie;
◆ alla Soprintendenza e al Comune di Venezia
chiediamo la concessione di luoghi centrali,
come ad esempio il colonnato di Palazzo Ducale,
per iniziative temporanee (analoghe ai “Portici
di Carta” di Torino), con presenza di banchi
delle librerie veneziane, esposizioni-vendita di
piccola editoria, modernariato librario;
◆ ai maggiori proprietari di immobili cittadini
(fra cui Ire, Curia, Comune) chiediamo di concedere
alle librerie in difficoltà immobili ad affitto
agevolato;
◆ alle fondazioni private (fra cui Guggenheim,
Pinault, Prada) chiediamo di escogitare forme
di mecenatismo e collaborazione culturale al
commercio librario in città;
◆ alla Biennale di Venezia chiediamo di mobilitare
le intelligenze e i talenti artistici mondiali
per inventare forme di supporto al commercio
librario cittadino (per esempio con interventi
d’artista, libri d’artista, progetti di architettura
o oggetti di design nelle librerie durante l’Esposizione
Internazionale d’Arte e la Mostra Internazionale
di Architettura, inserendo le librerie
nella mappa dei padiglioni e delle iniziative collaterali
da visitare);
◆ alla Fondazione di Venezia chiediamo di potenziare
i suoi programmi già avviati di Scuola
Attiva, curando in particolare l’avvicinamento
degli studenti più giovani al libro cartaceo;
◆ alla Scuola per librai Umberto ed Elisabetta
Mauri, che a Venezia organizza annualmente
un seminario di perfezionamento, chiediamo
di interagire con altre realtà (per esempio la
Fondazione Querini Stampalia, la Fondazione
Giorgio Cini, il Comune di Venezia, le Università
Ca’ Foscari e Iuav) per verificare la possibilità
di organizzare un convegno-fiera-festival del
libro cartaceo, che coinvolga la piccola editoria,
gli editori di libri illustrati e per l’infanzia, i
libri pop-up, la natura transmediale dei nuovi
immaginari videoludici che hanno ancora nel
libro cartaceo un perno centrale, il modernariato
e il commercio di libri fuori catalogo, antiquari
e bibliofili;
◆ a lettrici e lettori, chiediamo di non assecondare
per pigrizia l’acquisto di libri cartacei in rete
quando non è necessario ed è possibile farlo in
libreria.
Le librerie non sono Venezia, ma ne costituiscono
un pezzo. La sparizione di un brandello di città
è un’ulteriore palata di terra sulla fossa in cui sta
inesorabilmente scomparendo. Siamo noi a tenere
la pala in mano, noi e nessun altro. Noi decidiamo
cosa sotterrare e cosa portare alla luce. Disseppelliamo
i libri: entriamo in queste botteghe vitali,
esprimiamo amore per noi stessi e per la bellezza
del luogo in cui viviamo.
«Quando si vende un libro a una persona, non
gli si vendono soltanto tre etti e mezzo di carta,
con inchiostro e colla, si vende un’intera vita.
Amore, amicizia, e navi in mare di notte;
c’è tutto il cielo e la terra in un libro»
Christopher Morley, Il Parnaso ambulante.

Venezia città di lettori
Venezia, venerdì 12 aprile 2013

Tiziana Agostini, Matteo Alemanno, Alon Altaras, Lucio Angelini, Paolo Barbaro, Antonella Barina, Rosa Barovier Metasti, Shaul Bassi, Gianfranco Bettin, Roberto Bianchin, Flavio Birri, Marco Borghi, Paola Brolati, Pietro Brunello, Annalisa Bruni, Davide Busato, Riccardo Calimani, Giuseppe Campolieti, Anna Castelli, Dario Cestaro, Carla Coco, Flavio Cogo, Maurizio Crema, Antonio Crovato, Giorgio Crovato, Maurizio Crovato, Mariagrazia Dammicco, Doretta Davanzo Poli, Marco De Rosa, Giovanni Di Stefano, Cristiano Dorigo,
Roberto Ellero, Caterina Falomo, Roberto Ferrucci, Alberto Fiorin, Carla Forcolin, Guido Fuga, Fiora Gandolfi, Paolo Ganz, Anna Maria Giannuzzi Miraglia, Sebastiano Giorgi, Francesco Giusti, Giuseppe Goisis, Christian Gonzales y Herrera, Michele Gottardi, Flavio Gregori, Cristina Gregorin, Mario Infelise, Paolo Lanapoppi, Piero Lando, Simon Levis Sullam, Ivo Lombardo, Massimiliano Longo, Michelle Lovrić, Amos Luzzatto, Laura Luzzatto, Gadi Luzzatto Voghera, Diogo Mainardi, Paolo Mameli, Rossella Mamoli Zorzi, Sylvie Mamy, Marco Marella, Alessandro Marzo Magno, Pia Masiero, Giannandrea Mencini, Daniela Milani Vianello, Andrea Molesini, Carlo Montanaro, Giovanni Montanaro, Federico Moro, Francesco da Mosto, Ranieri da Mosto, Gianfranco Munerotto, Daniela Iride Murgia, Massimiliano Nuzzolo, Armando Pajalich, Enrico Palandri, Barbara Pastor, Saverio Pastor, Renato Pestriniero, Leopoldo Pietragnoli, Tiziana Plebani, Jane Press da Mosto, Gianluca Prestigiacomo, Gillian Price, Sarah Quill, Daniele Resini, Petra Reski, Enrico Ricciardi, Veniero Rizzardi, Oreste Sabadin, Oscar Sabini, Mirco Salvadori, Tudy Sammartini, José Sasportes, Paola Scarpa, Tiziano Scarpa, Alessandro Scarsella, Lucio Schiavon, Michela Scibilia, Paola Scibilia, Antonio Alberto Semi, Franca Semi, Maria Luisa Semi, Sally Spector, Silvio Testa, Margherita Tirelli, Elisabetta Tiveron, Lorenzo Tomasin, Massimo
Tomasutti, Anna Toscano, Alberto Toso Fei, Nelli Vanzan Marchini, Steven Varni, Lele Vianello, Fabio Visintin, Gabriella Zimmermann, Paola Zoffoli, Alvise Zorzi, Marino Zorzi.

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La Città che vogliamo

La chiusura della Libreria Goldoni rappresenta l’ultimo atto di un processo di distruzione del tessuto sociale della Città Antica in atto ormai da anni. Spopolamento, morte dell’artigianato tradizionale e del commercio “di vicinato”, la scomparsa, intesa come residente, del “veneziano” continua assecondando le logiche di un Mercato Unico Globale insaziabile nelle sua ricerca di profitto e del tutto incurante dei bisogni e delle aspettative della popolazione residente. “Profitto&rendita” sono il binomio che sta annientando Venezia, intesa nella sua varia articolazione: Città Antica sull’acqua e Città Moderna in terraferma.
La prima è ormai ridotta a palcoscenico di “eventi” senza alcun radicamento nel territorio, a quinta teatrale da sfruttare e quindi dimenticare. Gli abitanti sono percepiti come semplici figuranti di questa commedia, da emarginare non appena abbiano esaurito la loro funzione scenica.
La seconda si sta ri-trasformando in una periferia dormitorio di massa e di centri commerciali che svuotano il centro di negozi e nonostante i lavori di riqualificazione delll’Amministrazione, di tempi che si speravano dimenticati quando non oggetto di singolari speculazioni urbanistiche.
Entrambe, subiscono l’invadenza di un potere economico instancabile nel procurarsi occasioni di guadagno monetario a spese del bene collettivo, della tasche e della salute dei cittadini.
La Cultura a Venezia come a Mestre sta diventando la nuova frontiera di questa battaglia. La Cultura, primario Bene Comune, che dovrebbe diventare, invece, la materia prima indispensabile per la progettazione di un futuro diverso, sostenibile e compatibile con l’ambiente, quindi più sano e utile per tutti. In una parola, migliore.
Non c’è più tempo da perdere, è venuto il momento di mobilitare ogni intelligenza e risorsa possibile per invertire i processi in atto: solo così la “Morte a Venezia” non diventerà l’amaro e triste epilogo della storia sociale della laguna.
Per questo le associazioni di Venezia e Mestre firmatarie, sollecitano il varo di un vero “Piano Strategico” per la laguna del Terzo Millennio, che finalmente possieda una prospettiva completa dei problemi e delle soluzioni, individuando le strade percorribili sulla base di una visione generale del futuro della nostra Civiltà Anfibia: quale Venezia per quali veneziani?
Nell’immediato, si chiede il varo di un programma d’emergenza per la residenza, tanto a Venezia quanto a Mestre, che affronti il nodo scorsoio della rendita che, tramite affitti insostenibili per la maggioranza, porta all’espulsione di singoli, famiglie e attività economiche. Tale piano potrebbe recepire concetti quali “Affitto sociale”, “Bottega Storica” e “Supermercato diffuso dei negozi di vicinato” per salvaguardare residenti e attività esistenti; di “Centro Distribuzione Merci” per ridurre costi, traffico e inquinamento, il tutto sotto una regia pubblica, unica vera portatrice di istanze che non siano solo private.
Si propone di organizzare un’assemblea a sostegno di questo manifesto e Olivolo si assume il compito della sua organizzazione

L’iniziativa è sostenuta dalle associazioni firmatarie che chiedono l’aiuto di ogni veneziano, singolo o associato.

Aderiscono
Circolo Auser APS-Università Popolare dell’Età Libera Olivolo
Arci-Lido Pablo Neruda
Coordinamento Io Decido
Associazione In Comune
Artisti e Artigiani Associati di Cosma e Damiano
Arci Giovani Luigi Nono
Associazione Fare Parte
Libreria Editrice Mare di Carta


Circolo Auser APS
Università Popolare dell’Età Libera Olivolo
Castello, San Francesco della Vigna 3048/9
30122 Venezia

tel 3453791333

circolo.olivolo@gmail.com
circolo.olivolo@auser.ve.it

olivolo facebook

http://www.olivolo.it

GRANDE NAVE, M’HAI PROVOCATO??? E IO ME TE MAGNO!!!

Immagine

12giugno

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Veneziapesce

[“Venezia è un pesce” (Tiziano Scarpa) + “Lo squalo” (Steven Spielberg) = Attente, Grandi Navi che pensate di passare impunemente davanti alla bocca dello squalo…+ “Un americano a Roma” (Alberto Sordi) = Grande Nave, m’hai provocato? E io me te magno!”]