TENETE LE MAXI-NAVI FUORI DAL BACINO DI SAN MARCO
Il 28 aprile 2011 abbiamo inviato una lettera ai nostri amministratori (dal Ministro Galan Al Sindaco) per metterli davanti ad una serie di problematiche che a noi veneziani sta molto a cuore: il passaggio delle grandi navi (610 mega-scafi nel solo 2010) e delle navi traghetto a pochi metri da piazza San Marco. La situazione, infatti, è estremamente grave: si deve liberare quanto prima, e per prima cosa, il Bacino di San Marco dal transito di navi-traghetto e da crociera che arrecano gravi danni ai suoi abitanti, alla città ed alla laguna compromettendone la salute, il patrimonio monumentale ed il fragile equilibrio ambientale. Inquinamento, rumorosità, vibrazioni Quando le navi sono ormeggiate in Marittima la qualità dell’aria nella zona ovest della città peggiora drasticamente; vi sono norme, anche europee, tese a migliorare la qualità dell’aria e diminuire la rumorosità, ma i dati sulla loro applicazione e sui loro effetti non sono conosciuti. Troppi i tre anni recentemente annunciati dall’Autorità portuale per il trasloco al terminal di Fusina del traffico dei traghetti (385 nel 2010, con 162 mila veicoli che si sono riversati sul Ponte della Libertà), per non assumere provvedimenti urgenti. Le misurazioni tranquillizzanti diffuse dall’Autorità portuale su rumorosità, vibrazioni ed inquinamento da fonti elettromagnetiche non concordano, infatti, con il reale vissuto di residenti e ospiti: sarebbe opportuno che organi indipendenti vigilassero su tutti questi effetti della portualità, compreso l’inquinamento delle acque, provocato dagli scarichi e dal rilascio di particelle di prodotti antivegetativi presenti sulle enormi superfici delle navi, senza dimenticare i rischi continui per fuoriuscite di carburante. Danni a monumenti ed edifici cittadini: erosione e solfatazione Vi è un gravissimo problema di moto ondoso: queste navi non fanno onde, ma ogni loro passaggio produce un risucchio subacqueo, che provoca dissesti ed erosione su fondali e rive, . Gli esiti sono devastanti, anche se non sempre immediatamente visibili, e coinvolgono tutte le strutture architettoniche sommerse, non solo in Bacino e in Canale della Giudecca, ma anche i molti canali afferenti. Inoltre, il tenore di zolfo emanato dalle navi non smette di intaccare i marmi e le pietre della città, contribuendo alla loro distruzione con il fenomeno della solfatazione. Chiediamo vengano pubblicati i dati dei controlli effettuati dalla Capitaneria di Porto in “attuazione della direttiva 2005/33/CE in relazione al tenore di zolfo del combustibile marittimo”. Inquinamento visivo Non da ultimo pensiamo che le dimensioni di queste navi siano eccessive, creando un impatto visivo estremamente negativo, un salto dimensionale che de-valorizza lo skyline urbano, deprime il patrimonio architettonico e svilisce il paesaggio. Danni alle acque ed alla morfologia della laguna Pensiamo sia necessario che vega divulgato un monitoraggio costante sull’inquinamento delle acque lagunari e che non si esiti oltre nell’assumere come prioritaria la salvaguardia della morfologia della laguna. E’ evidente che il moto ondoso e l’erosione provocati dal passsagio delle navi stanno velocemente trasformando il bacino lagunare in un braccio di mare, distruggendo fondali, velme e barene, con la perdita ogni anno di milioni di metri cubi di sedimenti, e trasformando, se non annientando, la flora e la fauna tipiche della laguna . Chiediamo verifiche da parte di organi indipendenti su tutti questi effetti della portualità Chiediamo un’applicazione più rigida delle norme, per migliorare da subito la qualità dell’aria e diminuire la rumorosità. Chiediamo che Il Ministero ai beni culturali garantisca la tutela e la fruizione di questo nostro patrimonio Chiediamo che al più presto sia vietato il transito di navi-traghetto e da crociera nel bacino di San Marco. Chiediamo il divieto, da subito, dei passaggi con maree inferiori allo zero marino, livello sotto il quale i fenomeni di erosione aumentano enormemente. Chiediamo sia data priorità immediata ai finanziamenti per la messa in sicurezza ambientale del porto. Chiediamo che la città si riappropri della Marittima e che questa abdichi al ruolo di grande porto passeggeri limitandosi al piccolo cabotaggio e al già richiesto porticciolo per yacht. Chiediamo a Comune e Provincia di avviare da subito, anche con l’Autorità Portuale, e la città un dibattito pubblico per un nuovo modello di sviluppo dell’attività portuale, finalmente compatibile con l’ambiente. Non vogliamo che Venezia rinunci alla componente economica proveniente dalla portualità ma pretendiamo che ciò avvenga nel rispetto, se non nel miglioramento, dell’ambiente e della qualità della vita in città. Abbiamo aperto un gruppo di discussione su Face book
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per raccogliere sottoscrizioni, idee, sollecitazioni ed aprire un grande dibattito attorno a questo tema, con l’obiettivo di pensare un futuro sostenibile per Venezia e per la sua laguna. Chiediamo nuove adesioni anche su altri blog e nei canali di comunicazioni normali.
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