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DUE NUOVI INTERVENTI DEL PORTAVOCE DI “NO GRANDI NAVI”

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1) Potremmo essere di fronte a una svolta epocale, solo che la Città e il Paese, visto che Venezia è pur sempre un problema di preminente interesse nazionale, la sappiano compiere: estromettere le grandi navi dalla laguna significa per la prima volta poter mettere mano al suo riequilibrio, invertendo davvero il degrado rimuovendone le cause, come da sempre chiedono inutilmente le leggi speciali.
Cent’anni di “moderna” portualità hanno devastato la laguna, cinicamente interrata, scavata, trattata non come un ambiente delicatissimo e unico al mondo ma come un contenitore buono per tutti gli usi, col risultato che velme e barene sono praticamente scomparse e il suo cuore è ridotto a un cratere profondo due metri. Il Canale dei Petroli è una ferita mai rimarginata, la laguna è un braccio di mare che espone Venezia a molti rischi.
L’incidente del Giglio ha portato sotto gli occhi del mondo il problema della compatibilità tra le grandi navi e la città, che i più avveduti denunciano da molti da anni, ma la soluzione che si sta profilando, a quel che si legge sui giornali, è davvero miope: sensi unici, scavo di nuovi canali altro non sono che la reiterazione degli stessi comportamenti che hanno condotto la laguna allo sfascio. Si punta a fare dell’intera laguna Sud un porto diffuso, affinché la giostra non si fermi mai. Le grandi navi devono invece restare fuori, perché solo così si può curare la laguna malata, e con essa la città.
Che sia il Governo, che ne ha gli strumenti anche conoscitivi, a stabilire il come, con il consenso della città, il che vuol dire in modo autorevole e partecipato e soprattutto sostenibile. Ciò significa che tutti gli aspetti della filiera devono rispettare questo assunto: dal numero delle navi e dei passeggeri ai sistemi d’ormeggio, al trasporto a Venezia dei croceristi. Non potranno certo essere i lancioni Gran Turismo a farlo, ma mezzi nuovi e idonei, attenti alla delicatezza della laguna che devono attraversare (e ciò vale anche per il trasporto dei container e dei petroli dalla piattaforma in mare che l’Autorità Portuale sta già progettando). Osservo appena che alcune soluzioni proposte, come i terminal croceristici incardinati sulle strutture del Mose, avranno lo stesso problema, visto che siamo sulle isole.
La soluzione che salvaguarda ambiente e quella quota di crocerismo che città e Paese eventualmente vorranno mantenere su Venezia, nell’ambito di un complessivo progetto di governo del turismo, è a portata di mano, purchè gli amministratori e i cittadini la chiedano a una sola voce. Si assiste, invece, a uno strano balletto, nel quale ai poteri forti delle compagnie di crociera e dell’Autorità portuale si contrappone (?) una politica divisa, e questo è fisiologico, ma anche un mondo ambientalista parolaio, salottiero, autoreferenziale, arroccato su posizioni autarchiche e senza visione d’assieme. E’ chiaro che per ottenere dei risultati ciascuno deve rinunciare a qualcosa, in vista di uno scopo più alto, altrimenti non si andrà da nessuna parte e Venezia con la laguna continueranno a essere maltrattate come avviene da sempre.
Silvio Testa
portavoce del Comitato
No Grandi Navi – Laguna Bene Comune

 

2)

Ho mandato questo intervento a “la Repubblica”

Leggo in ritardo l’ambigua precisazione che il Magistrato alle Acque di Venezia ha fatto rispetto all’autorevole intervento che Salvatore Settis ha pubblicato su “la Repubblica” di lunedì 16 gennaio (“Nuove regole per quei colossi”), dopo l’affondamento della Costa Concordia al Giglio, chiedendo l’estromissione delle navi da crociera dalla laguna, e …devo a mia volta, puntualmente citato da Settis, un commento. Il Magistrato sostiene che il Mose, in costruzione si dice per difendere Venezia dall’acqua alta, non aumenta la profondità delle bocche e non ne ingrandisce affatto la sezione ma, al contrario, riporta lo scambio tra mare e laguna alle condizioni precedenti la costruzione dei moli foranei. Ebbene, la prima parte della risposta è vera, ma va letta al contrario: il Mose fissa per l’eternità profondità e sezioni delle bocche, quali le ha determinate un secolo di “moderna” portualità, impedendo per sempre qualsiasi riduzione delle immense portate d’acqua che oggi a differenza di un tempo si riversano in laguna devastandone la morfologia. La seconda parte della risposta è stata ufficialmente smentita a suo tempo dal Comune di Venezia: intanto non il Mose ma le lunate a mare (immense dighe in pietrame rivolte a Scirocco davanti alle bocche) dovrebbero secondo i progettisti riportare gli scambi tra mare e laguna a livelli ottocenteschi, ma è stato dimostrato che esse danno un contributo ridicolo alla riduzione dei picchi di marea (1,3 centimetri) e si capisce che servono solo a creare un bacino di calma davanti al Mose e a impedire che i portelloni alzati vadano in risonanza tra di loro e con le onde, fino al collasso, come denunciato a suo tempo dai cinque saggi internazionali e dall’autorevole società francese Principia. Oggi l’Autorità portuale progetta di creare una piattaforma in mare aperto per le navi petrolifere e portacontainer, e noi chiediamo che si estromettano dalla laguna anche le navi da crociera: non fosse per il Mose, si creerebbero finalmente le condizioni per un vero riequilibrio morfologico della laguna, a cominciare dalle bocche di porto. Purtroppo, ci si dovrà in futuro limitare a mettere mano al solo Canale dei Petroli, altra causa del dissesto della laguna, riducendone sezioni, profondità, percorso, e sarebbe pur sempre una grande vittoria, sempre che il Governo e il Comune siano saggi e non decidano, come invece ci pare che stiano facendo, di tenere le grandi navi in laguna. Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, esca dalla sue ondivaghe e fumose dichiarazioni e dica fino in fondo come la pensa.
Silvio Testa
Portavoce del Comitato
No Grandi Navi – Laguna Bene Comune

FUORI LE MAXI NAVI DAL BACINO DI SAN MARCO!

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Egr. Ministro alla Cultura  Dott. Giancarlo Galan

Egr. Presidente della Regione del Veneto Dott. Luca Zaia

Gent. Presidente della Provincia di Venezia Dott.a Francesca Zaccariotto

Egr. Sindaco del Comune di Venezia Dott. Giorgio Orsoni

Egr. Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia Dott. Paolo Costa

Egr. Presidente Venezia Terminal Passeggeri Dott. Sandro Trevisanato

Egr. Comandante Capitaneria di Porto di Venezia C.A. Tiberio Piattelli

A mezzo Raccomandata A. R.

 TENETE LE MAXI-NAVI FUORI DAL BACINO DI SAN MARCO.

Ci rivolgiamo a Voi, ognuno per le specifiche competenze, perché riteniamo sia necessario che procediate quanto prima alla bonifica del Bacino di San Marco dal traffico delle navi-traghetto e delle navi da crociera. Riteniamo che il passaggio per il Bacino di San Marco di navi enormi (629 nel 2010), fuori scala, comporti gravi danni ai suoi abitanti, alla città ed alla laguna compromettendone la salute, il patrimonio monumentale e l’equilibrio ambientale. 

DANNI ALLA SALUTE DEI CITTADINI.

Non ci rassicurano le dichiarazioni dell’Autorità Portuale in merito ai fumi emanati dalle navi da crociera e, soprattutto, dalle navi-traghetto. Chiediamo vengano pubblicati i dati dei controlli effettuati dalla Capitaneria di Porto in “attuazione della direttiva 2005/33/CE in relazione al tenore di zolfo del combustibile marittimo” a partire dalla data della pubblicazione del Decreto Legislativo 205 del 9/11/2007.

Quando questi navigli sono ormeggiati in Marittima la qualità dell’aria nella zona ovest della città peggiora drasticamente, siamo quindi ancora ben lontani dall’aver raggiunto una situazione meno che accettabile. Chiediamo perciò un’applicazione più rigida del decreto.

Le misurazioni, ufficiali ma di parte, tranquillizzanti sulla rumorosità, sulle vibrazioni e sull’inquinamento da fonti elettromagnetiche non sono compatibili con il reale vissuto dei nostri concittadini e ospiti. Ancorché la riduzione della qualità della vita non sia commensurabile con alcuna strumentazione chiediamo verifiche da parte di organi indipendenti su tutti questi effetti della portualità.

Poiché è la concentrazione di navi contemporaneamente all’ormeggio che peggiora le condizioni ambientali chiediamo al Sindaco di pretendere una programmazione di arrivi maggiormente distribuiti nella settimana.

Conosciamo le iniziative (“Porto Verde”) che l’Autorità Portuale ha in progetto per minimizzare l’impatto ambientale delle attività portuali, ma non possiamo più accettare la tempistica che viene prospettata. Troppi i tre anni di recente annunciati per il trasloco del traffico traghetti verso il terminal di Fusina (385 navi nel 2010, anno della crisi greca, che hanno trasportato 162.000 veicoli transitanti sul Ponte della Libertà) senza che qualcosa venga fatto subito, per migliorare almeno la qualità dell’aria e la rumorosità, sia al passaggio che all’ormeggio.

Inaccettabile che la messa in sicurezza ambientale del porto non sia priorità emergenziale in un ecosistema come quello lagunare ed abbia invece scadenze inarrivabili. Chiediamo invece sia data priorità immediata ai finanziamenti per le finalità ambientali,troppo spesso le necessità economiche sono portate a giustificare qualsiasi scempio! 

DANNI ALLE STRUTTURE E AGLI EDIFICI CITTADINI ED IMPATTO VISUALE.

Vi è un gravissimo problema di moto ondoso: non si tratta dei treni d’onda minuziosamente misurati dal sistema di monitoraggio “stereo-fotogrammetrico” messo in funzione dall’Autorità Portuale ben sapendo che queste navi non fanno onde, ma degli effetti subacquei del risucchio (dissesto ed erosione) che ogni loro passaggio comporta; gli esiti sono devastanti, anche se non sempre immediatamente visibili, e coinvolgono tutte le strutture architettoniche sommerse, non solo in Bacino e in Canale della Giudecca, ma anche i molti canali afferenti, oltre che fondali e gengive di canali lagunari, velme e barene (ricordiamo qui solo la rottura dei quattro cavi d’ormeggio in acciaio di un ferry boat tranciati al passaggio di una nave da crociera proprio a causa del risucchio provocato nel novembre 2009).

Chiediamo, alla Capitaneria di Porto ed alle Autorità competenti, un immediato divieto ai passaggi con maree inferiori allo zero marino, livello sotto il quale i fenomeni di erosione aumentano enormemente.

Il tenore di zolfo emanato ancora dalle navi, come accennato, non smette di intaccare i marmi e le pietre della città contribuendo alla loro distruzione con il fenomeno della solfatazione.

Da approfondire e verificare anche l’effetto reale delle vibrazioni subite dagli edifici al passaggio delle navi; in special modo i traghetti provocano rumori e vibrazioni percepibili con diversi minuti d’anticipo anche a notevole distanza, effetti che sembrano tutt’altro che rassicuranti e sullo studio dei quali è necessario un approfondimento da parte di ente autonomo.

Non da ultimo pensiamo che le dimensioni di queste navi siano eccessive creando un impatto visuale estremamente negativo, un salto dimensionale che de-valorizza lo skyline urbano, che deprime il patrimonio architettonico e svilisce il paesaggio naturale e naturato. Su questi assunti chiediamo un pronto e doveroso intervento del Ministro alla Cultura, con la Sovraintendenza, per garantire la conservazione e la “tutela del patrimonio culturale” in base ai primi tre articoli del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.

Pensiamo sia necessario che la città si riappropri della Marittima e che questa abdichi al ruolo di grande porto passeggeri limitandosi al piccolo cabotaggio e al già richiesto porticciolo per yacht.

 DANNI ALLE ACQUE ED ALLA MORFOLOGIA DELLA LAGUNA.

Abbiamo già accennato agli effetti della sottopressione, delle correnti di risucchio, che il passaggio di navi di forte sezione immersa provoca sui margini dei canali urbani; tanto maggiori sono gli effetti negativi sui fondali e sulle gengive dei canali lagunari. Assistiamo quotidianamente ad un incessante lavoro di erosione di velme e barene che stanno scomparendo a velocità più che preoccupante. L’escavo dei canali per consentire e migliorare il passaggio a navi sproporzionate ed il moto ondoso anche da esse provocato comportano annualmente la perdita di milioni di metri cubi di sedimenti dalla nostra laguna che, così, sta velocemente trasformandosi in un braccio di mare.

Chiediamo anche verifiche da parte di organi indipendenti sull’inquinamento delle acque della laguna provocato dagli scarichi e dal rilascio di particelle di prodotti antivegetativi presenti sulle enormi superfici delle navi; non dimentichiamo poi i rischi continui di fuoriuscite di carburante e altri inquinanti.

Pensiamo perciò che l’intera laguna non possa più essere attraversata da navi di dimensioni inaccettabili per il suo equilibrio. 

Non vogliamo che Venezia rinunci alla componente economica proveniente dalla portualità ma pretendiamo che ciò avvenga nel rispetto, se non nel miglioramento, dell’ambiente e della qualità della vita in città!

In questo senso chiediamo un’approfondita verifica dei reali benefici economici portati all’economia ed all’Amministrazione cittadina da questo traffico, sempre in aumento. Una recente esternazione del Sindaco di Jesolo, che vede le crociere come antagoniste al turismo balneare, ci spinge anche a chiedere se il tornaconto economico derivante dall’indotto del traffico crocieristico non sia concorrente a una diversa gestione di un turismo di qualità; se la quantità di fugaci visite non sia dannosa all’immagine di una città da scoprire, lentamente, per le sue intrinseche e numerose qualità

Quale stimolo al trasloco del Terminal dalla Marittima, proponiamo che venga studiata una tassa da far pagare quanto prima ai crocieristi perché pensiamo che essi debbano versare un contributo anche alla città, oltre alle imposte portuali incassate dall’Autorità Portuale senza ricadute sulla salvaguardia di Venezia, delicato organismo urbano e sociale inserito in un fragile ambiente lagunare.

Chiediamo infine a Comune e Provincia di avviare da subito con l’Autorità Portuale e la città un dibattito pubblico per un nuovo modello di sviluppo dell’attività portuale, finalmente compatibile con l’ambiente.

Saverio Pastor Venezia Civiltà Anfibia Associazione Arzanà 40xVenezia Io Decido Associazione Settemari Circolo Culturale Olivolo Pax in aqua Associazione Vela al Terzo eccetera…