Il 29 gennaio 1996 bruciava il teatro veneziano “La Fenice”, poi ricostruito dov’era e forse meglio (dal punto di vista tecnico) di com’era. Non bruciò per auto-combustione, naturalmente: la geniale trovata fu di due veneziani, ahinoi.
Tanto per non buttarla sempre sul mitologico (la Fenice che rinasce dalle proprie ceneri), non possiamo non ricordare che certi veneziani sono spesso i peggiori nemici di Venezia… e qui si potrebbe allargare il discorso alle Grandi Navi in laguna…
“Un anno dopo l’incendio la procura di Venezia trovò i responsabili: Enrico Carella e Massimiliano Marchetti, rispettivamente capo e operario della Viet, una piccola azienda veneziana a cui erano stati subappaltati alcuni lavori di restauro nel teatro. La procura ha ricostruito che i due appiccarono un piccolo incendio per non pagare una penale per il ritardo dei lavori che gli erano stati commissionati. Furono incriminati e condannati in via definitiva rispettivamente a sette e sei anni di carcere. Carella scappò in Messico ma fu catturato dall’Interpol ed estradato in Italia.”