Archivio mensile:dicembre 2014

MOSE. LA RETATA STORICA.

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“La famosa maxi tangente dell’Eni degli anni ’90 – 140 miliardi di lire, 70 milioni di euro – è niente in confronto allo scandalo del cosiddetto “sistema Mose” che in dieci anni ha raggiunto quota 1 miliardo di euro. Di questo, cioè dell’inchiesta che ha travolto Venezia e il Veneto, si parlerà mercoledì 17 dicembre, alle 17.30, a Venezia, al Palazzo delle Prigioni, Castello 4209, sede del Circolo artistico (a fianco di Palazzo Ducale, lungo Riva degli Schiavoni, dopo il Ponte della Paglia), dove si svolgerà la presentazione del libro “Mose, la Retata storica” di Gianluca Amadori, Monica Andolfatto, Maurizio Dianese (editore Nuova Dimensione). Il libro racconta nel dettaglio, con documenti inediti e numerosi retroscena, tutte le fasi delle indagini, fino al patteggiamento di gran parte degli imputati. Una storia vera che si legge tutta d’un fiato.”

PICCOLO FASCISMO QUOTIDIANO. UN INQUALIFICABILE EPISODIO DI PESTAGGIO A MURANO

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PolisportivaStellaRossaVenezia Amministratore

E’ davvero avvilente essere costretti a prendere carta e penna per raccontare quanto successo al Palazzetto del Basket di Murano mercoledì sera: tempo da lupi, ma la Stella Rossa era impegnata nel difficile match casalingo con i Crabs.
La Polisportiva Stella Rossa è una realtà ormai al quarto anno di vita, che ha fatto dell’aggregazione, fratellanza e rispetto la propria bandiera, condividendo quei valori
che lo sport professionistico sta inesorabilmente dimenticando. Impensabile quindi che fosse il classico diluvio autunnale a impedire a squadra, tifosi, amici e semplici conoscenti di partecipare a questo piccolo, grande evento sportivo amatoriale.
Eppure dobbiamo parlare di un match sospeso all’intervallo lungo, diversi contusi e un ragazzo che dovrà operarsi alla spalla, fracassata di botte. Motivo? L’aggressione subita dagli sparuti tifosi di casa da parte di un nutrito gruppo di tifosi-militanti dei Crabs, venuti evidentemente con l’obiettivo di menar le mani. Un vero e proprio pestaggio, che ha visto coinvolto suo malgrado chiunque provasse ad intervenire per placare gli animi, portando la coppia arbitrale a sospendere la partita subito dopo aver allertato i carabinieri.
La realtà dei fatti è una sola: con questo atto premeditato si è scientemente voluto punire un’idea, un modello, che evidentemente nella sua spensieratezza e genuinità infastidisce alcuni. Si è cercato di colpire inesorabilmente una Società amatoriale che ha sempre condiviso la gioia di praticare sport con gli avversari ed i suoi tifosi, raccogliendo unanimi consensi tra gli addetti ai lavori e non. E non ci si vengano a raccontare cazzate, non si trovino alibi, giustificazioni, capri espiatori.
Siamo ancora più uniti e intenzionati più che mai continuare a fare quello che amiamo: giocare, tifare, divertirci.
Non cerchiamo vendette, ma nuove emozioni. Non sarà certo una spedizione punitiva (di cosa poi?) a farci retrocedere. Continueremo alla nostra maniera, con entusiasmo, cuore, passione e amicizia. Chiunque ami la Stella Rossa e ne condivida i valori, è parte della stessa. Ed ha il nostro sostegno incondizionato.

Alla Stella Rossa non c’è spazio per la violenza, ma solo per lo Sport.

VENEZIA IN SVENDITA. UNA LETTTERA DI EDOARDO SALZANO

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Lettera ai miei amici veneziani

di EDOARDO SALZANO   05 Dicembre 2014

Ora basta. Una lettera aperta per  cercar di capire se Venezia è ancora una città: se oltre all’Urbs c’è anche una Civitas (e può esserci anche una Polis). 

Lettera ai miei amici veneziani: Alberto, Giampaolo, Stefano, Gianni, Mariarosa, Lidia, Michele, Maria Pia, Michela, Franco, Nicola, Alessandra, Luigi, Sergio, Andrea, Marina, Pierre, Francesco, Armando, Jacopo, Andreina, Salvatore, Edgarda, Laura, Marco, Davide, Paolo, Anna, Silvio, Tommaso,  Manuela, Ciro, ecc. ecc.
E anche a tutti gli altri miei amici interessati alla sopravvivenza di una Venezia che sia una città, nella pienezza dei suoi attributi.

Vi state accorgendo di ciò che stanno facendo anche alla nostra città? Stanno divorando tutto, nella città e nella sua Laguna. I monumenti e le barene, gli spazi pubblici e i palazzi, la cultura e la salute, i campi e le isole. Da Poveglia a villa Hériot, dall’Arsenale alle Procuratie nove, da Ca’ Soranzo agli alberi del Lido….

Nessuno reagisce, nessuno scende in piazza per contrastare qualcosa che non è una serie di iniziative estemporanee da criticare su punti marginali, ma un disegno di saccheggio della città quale non s’era mai visto nei secoli.

Abbiamo almeno tentato di raccogliere un dossier, o almeno un elenco sommario, del patrimonio che è stato affidato alle generazioni cui apparteniamo? La nostra città è davvero diventata un maiale da vendere a pezzi al miglior offerente in omaggio al “patto di stabilità? E per di più, negli ultimi mesi, da parte un funzionario non eletto da nessun cittadino.

La chiusura dell’anno sembra a chi comanda una buona occasione per svendere al miglior offerente ciò che resta della città. Se lo lasciamo fare (oggi, non domani) potremo finalmente condividere la tesi secondo cui Venezia è una città morta. Anzi, più esattamente, la tesi che Venezia non è una città, poiché non è Città un insieme di spazi che non siano abitati, vissuti, trasformati da cittadini, consapevoli e responsabili, per sé e per i propri posteri.

Venezia, 5 dicembre 2014