Archivio mensile:marzo 2014

GRANDI NAVI: ONDE DI SUPERFICIE E DISLOCAMENTO

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Perché siamo contrari a un porto passeggeri in laguna per le grandi navi.

Tre progetti, quello del Canale Contorta, quello che prevede di ospitare le grandi navi a Marghera e quello del retro Giudecca, ci vedono contrari perché tutti e tre assumono che le grandi navi si ormeggino in laguna. I primi due prevedono il passaggio delle grandi navi lungo il canale Malamocco-Marghera (o dei petroli), il primo per un tratto più breve per poi confluire nel nuovo scavo, appunto il canale Contorta. A parte l’impatto visivo e i problemi di inquinamento, su cui abbiamo già detto, vogliamo portare l’attenzione su alcuni lavori scientifici sperimentali sulla laguna di Venezia, pubblicati da studiosi tedeschi, italiani e americani in importanti riviste internazionali, e troppo a lungo ignorati. Questi lavori dimostrano come le scie delle navi che transitano nei canali lagunari sono un fattore importante dell’erosione verificatasi nella laguna stessa (Rapaglia et al. 2011. Depression waves. J.Marine Sys.). Ogni nave, al suo passaggio muove l’acqua “in funzione del suo dislocamento, della sua velocità e della sua dimensione tenendo presente la larghezza del canale percorso”. Ogni passaggio genera, sul fondo del canale, un aumento della velocità dell’acqua che si trasmette “nei bassifondi lagunari circostanti dove può viaggiare senza impedimento da parecchie centinaia di metri fino a alcuni chilometri”, fino a che si disperde a causa dell’attrito; la sua forza varia, genera onde increspate, a seconda della profondità e della deformazione del fondo. Dunque ripetute osservazioni sperimentali in laguna, fatte da ricercatori indipendenti, dimostrano che il movimento dell’acqua indotto dal passaggio di una nave causa la ri-sospensione dei sedimenti che giacciono sul fondo della laguna, che vengono poi trascinati verso il canale (che richiede continui dragaggi) o direttamente in mare dalle correnti. E dimostrano anche che questo fenomeno è significativo. Il movimento dell’acqua, generato dal dislocamento, non ha nulla a che vedere con le onde di superficie, che possono essere insignificanti e tuttavia il suo effetto è “responsabile dell’aumento della profondità della laguna centrale”. E’ ovvio che il fenomeno erosivo aumenterebbe se parecchie centinaia di navi di grosso tonnellaggio percorressero il canale Malamocco Marghera; il risultato sarebbe la trasformazione della laguna centrale in un braccio di mare, la cui profondità raggiungerebbe in pochi anni 2 metri e mezzo, come ha scritto, a più riprese, il prof. D’Alpaos. Tutto questo vale a fortiori per la proposta del canale retro Giudecca.
Venezia ha da sempre un rapporto complesso con la sua laguna; ha coniugato una sorveglianza attenta delle caratteristiche morfologiche e idrauliche della laguna alla conservazione della funzione portuale della città. Questo rapporto di pacifica convivenza è diventato oggi conflittuale per l’aumento sempre maggiore delle dimensioni delle navi e per i mutamenti climatici. Si è di fronte a un bivio: o continuare nella logica dello scorso secolo, arginare il canale Malamocco Marghera, ampliarlo, farne un’autostrada extra-lagunare, togliendo alla laguna centrale ulteriore superficie, spazio vitale, degradandone le caratteristiche morfologiche e strutturali in contrasto con quanto prescrivono la legge speciale per Venezia, i dettati dell’Unesco, le tutele imposte laguna dall’Unione Europea, oppure ripensare l’organizzazione portuale per consentire l’accesso in laguna solo alle navi compatibili per dimensioni e per controllo dell’inquinamento e ospitando le grandi navi fuori della laguna. Una logica d’altra parte condivisa dall’Autorità Portuale con il progetto off-shore per il porto commerciale, ma inspiegabilmente osteggiata per il porto passeggeri. Continuando a far entrare le navi in laguna si devasterebbe inutilmente sia la laguna che la città; ben presto le navi saranno comunque troppo grandi e l’innalzamento del livello dell’acqua, con le frequenti chiusure del MoSe, impedirebbe l’ingresso dalle bocche di porto. Al danno si aggiungerebbe ben presto una crisi produttiva e occupazionale senza ritorno.
E’ importante invece che Venezia continui ad essere un porto passeggeri, per tradizione e per cultura, e solo la scelta di porre le navi incompatibili fuori della laguna consente di mantenere nel lungo termine l’attività portuale della città. Occorre muoversi lungo un orizzonte strategico di lungo periodo e non rincorrere in modo miope il rendimento a breve termine degli investimenti effettuati.
In giro c’è già aria di elezioni. Ebbene alle forze politiche che si candidano a governare la città noi chiediamo una visione ampia, d’insieme dei problemi cittadini e l’abbandono di sguardi miopi fondati solo sulla difesa di interessi particolaristici.
Comitato NoGrandiNavi-LagunaBeneComune.

PAPA FRANCESCO CONTRO LE MAXINAVI DA CROCIERA?

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“Venezia è vissuta per centinaia d’anni senza i condomini galleggianti. Tutto lascia pensare che possa farcela ancora senza di essi, a patto che non le si uccida la laguna intorno.
A quanti si lasciano intimorire dallo spauracchio della perdita dei posti di lavoro, agitato a pagamento (= acquisto di intere pagine promozionali di quotidiani) ribadisco ciò che i contrari alle maxinavi stanno ripetendo con forza: “Noi lottiamo per un raddoppio dei posti di lavoro, ma attraverso la conversione da un GIGANTISMO CROCIERISTICO a un CROCIERISMO ECO-SOSTENIBILE, ovvero A MISURA DI LAGUNA. Altrimenti i posti di lavoro li perderanno i nostri figli e i nostri nipoti, insieme a laguna e città.”
La riduzione delle alternative a Canale Contorta o Canale Dietro la Giudecca è avvelenata in partenza.
Benché sia laico, spero che papa Francesco, nel supplicare i mafiosi di pentirsi, abbia incluso anche gli speculatori che a Venezia, non certo per amore della città, ce la stanno mettendo tutta a trasformare la laguna in un braccio di mare privo di barene e in un porto diffuso. Insieme al papa, vorrei che per loro ci fosse l’inferno*-°”

(Da una lettera inviata al Gazzettino)

CELENTANO: “I PEGGIORI NEMICI DI VENEZIA SONO I VENEZIANI”

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COSTA

L’ACCUSA DI ADRIANO CELENTANO: “IL MISERABILE TAR DEL VENETO HA DECISO CHE PIÙ LE MAXI NAVI SONO PESANTI MEGLIO È”.

*** … Ma la cosa che più di tutti mi ha colpito, leggendo alcuni giornali, è che i veri nemici di Venezia pare che siano proprio i veneziani. Ma com’è possibile? C’è qualcosa che non quadra. Io fin da piccolo, dopo la scuola e anche dopo, quando facevo l’orologiaio, son sempre andato in vacanza in una piccola pensione al Lido Venezia, e la cosa che più di tutti mi attirava di voi veneziani era proprio la vostra simpatia e il vostro modo giocoso e sorridente di affrontare la vita. Non posso credere quindi, che per amore di ‘qualche skei in più’ vi si annebbi la vista e soprattutto la mente, a tal punto da non rendervi conto di quali bellezze siete circondati. Non esiste una città al mondo dove il BELLO è così straripante ovunque ti volti: in ogni angolo, in ogni centimetro quadrato di qualunque pietra e qualunque mattone come a Venezia.
Forse voi non lo sapete, ma siete gli unici al mondo ad avere la fortuna di una dimora all’interno di un “quadro vivente”. Un quadro così antico che nei secoli ha ispirato uomini eccelsi come Tiziano, Tintoretto e, in particolare l’impareggiabile Canaletto specializzato nell’imprimere su tela la grande magìa di Venezia. Guardi i suoi quadri e non ti stanchi mai di guardarli. Tutto il mondo li apprezza e li guarda. Ma voi no. Voi veneziani potete anche fare a meno di guardarli, perchè siete VOI il quadro più bello. E in più avete una cosa che il grande Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, purtroppo non aveva: il MOVIMENTO. Sì, i suoi quadri sono belli, sublimi, superlativi e di una maestria irraggiungibile, ma non si muovono… Mentre il vostro di quadro è in continuo movimento. Quel movimento sacro della vita che le grandi navi cercano in tutti i modi di paralizzare. È questa la fine che rischiate di fare se non vi ribellate all’invasione di quei MOSTRI del mare. Ma il nemico più feroce è il Tar del Veneto. Che in modo ottuso e spregiudicato ha dato torto ai tanti oppositori dello scempio Veneziano. Le gigantesche imbarcazioni non solo, secondo il MISERABILE Tar, devono continuare a sfilare davanti al Palazzo Ducale, ma a dispetto degli ambientalisti ha cancellato anche il decreto che vietava il passaggio sulla Laguna alle navi che superavano le 40 mila tonnellate. Purtroppo il MISERABILE deve aver deciso che più le navi sono pesanti, e meglio è per Venezia e la grande sciagura stabilita da coloro che stanno tentando di assassinarla… ”
[Da Il Fatto Quotidiano del 20/03/2014.]

LUTTO CITTADINO A VENEZIA

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Tar

Non ho titoli per proclamarlo, ma lo proclamo lo stesso, almeno a casa mia.
La mia sensazione è che la città e la laguna siano ormai in mano a banditi:-(

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AGGIORNAMENTO

“Venezia Terminal Passeggeri esulta per la sentenza del Tar sostenendo che i giudici hanno riconosciuto che il problema non esiste, che le grandi navi in Bacino di San Marco sono solo un “fastidio estetico”, che non inquinano e che non comportano rischi. Naturalmente non è così: il Tar ha solo sottolineato che l’ordinanza della Capitaneria di Porto e, prima, le decisioni assunte nel vertice governativo del 5 novembre 2013, non hanno motivazioni, che non c’è alcuna analisi di cosa comporti la presenza delle navi in laguna, che dunque non c’è nulla che giustifichi i limiti, le restrizioni, le cosiddette “mitigazioni” adottate, come se una nave da 96 mila tonnellate di stazza lorda, più di due volte il Titanic, fosse piccola!
I giudici hanno perfettamente ragione, le decisioni del Governo e le ordinanze della Capitaneria non hanno fondamento, e per questo anche il Comitato NO Grandi Navi vi si è opposto con un ricorso alla Commissione Europea, non potendo adire al Tar per mancanza di personalità giuridica. Siamo contenti perché il bluff del Governo è stato cancellato e ora si può tornare ad affrontare il problema delle grandi navi, ma partendo dai dati, come vogliono i giudici del Tar. E se si tengono presenti tutte le criticità connesse al crocerismo – rischio di incidenti, gravissimo inquinamento, erosione di rive e fondali, stress turistico – la soluzione non può essere che una: le navi incompatibili devono ormeggiare fuori dalla laguna!
Siamo certi che se una comparazione tra tutti gli scenari possibili e tra tutti i progetti presentati per risolvere il problema del crocerismo verrà fatta in modo serio e non strumentale, così come chiede la mozione Casson – Endrizzi votata dal Senato, la soluzione non sarà il devastante scavo del Canale Contorta Sant’Angelo, contro il quale comunque ci opporremo in tutti i modi possibili, ma la creazione di un eventuale terminal crocieristico al di fuori delle bocche di porto.
E’, oltretutto, l’unica soluzione che incrementa il lavoro e che garantisce il futuro della portualità veneziana, altrimenti compromessa dal crescente gigantismo navale, dal Mose alle bocche di porto, dall’aumento del livello del mare che ne imporrà chiusure sempre più frequenti e insostenibili. Autorità previdenti dovrebbero pensarci fin d’ora anziché incaponirsi su un modello e su soluzioni che già ora sono fuori dalla storia.
Comitato no grandinavi

18 marzo 2014”

PAOLO COSTA LE SPARA GROSSE…

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maxinavi

COMUNICATO INVIATO ALLA STAMPA DAL COMITATO NO GRANDI NAVI – LAGUNA BENE COMUNE

Paolo Costa come al solito le spara grosse, ma noi vogliamo ricordare ai nostri lettori che l’attività dell’Autorità portuale è regolata dalla legge. La legge che regola diritti e doveri delle Autorità portuali afferma che nel porto di Venezia l’ambito e l’assetto complessivo del porto, ivi comprese le aree destinate alla produzione industriale e alle infrastrutture, è delimitato dal piano regolatore portuale; sue modifiche non possono contrastare con gli strumenti urbanistici vigenti, ad ogni modifica è necessaria la previa intesa con i comuni interessati e le modifiche sono sottoposte a
valutazione di impatto ambientale. Le opere di grande infrastrutturazione come le costruzioni di canali marittimi sono parte del piano regolatore portuale e sono approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e, sulla base del piano triennale, il Ministero dei Trasporti individua annualmente le opere per le quali procedere. In più la laguna è sottoposta al vincolo della legge speciale che prevede l’obbligo di salvaguardare la laguna e comunque i progetti di sviluppo di Venezia e della sua laguna devono essere sottoposti al Comitatone (formato da vari ministri,
regione e sindaci) e alla Commissione di Salvaguardia. Si salvaguarda la laguna scavando un canale largo 200 metri che sfocia in Marittima? Certo che no, si tratta di un progetto “illegittimo” per usare le parole del sindaco Orsoni, che contrasta con la logica tutta della legge speciale. Intesa con i comuni? Ma il comune di Venezia ha votato all’unanimità, un paio di anni fa, il Piano di Assetto Territoriale che recita che le grandi navi devono attraccare fuori della laguna e il comune di Mira ha
sempre espresso la sua contrarietà al progetto Contorta. Piano regolatore portuale? Ma il piano regolatore esistente risale al 1965 e nulla dice in merito. Che cosa si ritrovi delle procedure previste dalla legge nella affermazione di Paolo Costa che la capacità decisionale in merito all’acceso al porto (il progetto Contorta) è “affidato dalla legge alla Autorità Marittima, Autorità Portuale e Magistrato alle acque” noi non sappiamo. Megalomania, forse ?
Il progetto dello scavo del canale Contorta contraddice e rovescia gli indirizzi di tutte le leggi, le norme, i piani e i pareri che si sono susseguiti dalla grande acqua alta del 1966. La laguna è stata dichiarata Sito d’interesse comunitario e Zona di protezione speciale dalla Unione Europea ed è quindi tutelata. Per questo il movimanto NoGrandiNavi ha presentato ricorso alla Commissione Europea in collaborazione col Gruppo di Intervento Giuridico in ralazione al progetto di scavo del Canale Contorta. Tutto questo dimostra quello che tutti i cittadini di Venezia sanno e che solo gli
interessati negano: che il crocerismo e una portualità fuori scala sono incompatibili con la laguna, salvo distruggerla reiterando, come fa Costa, le logiche padronali che hanno ridotto il bacino della laguna centrale a un catino vuoto profondo oltre 2 metri. Un braccio di mare.
Il crescente gigantismo navale, il Mose alle bocche di porto, la crescita del livello del mare con le previsioni di frequente chiusura delle paratie metteranno presto in crisi il porto: non è in discussione il se ma solo il quando. Costa lo sa bene, e per questo ha proposto il terminale off shore, ma se ciò è possibile per petroli e container, perchè mai non lo sarebbe per le navi da crociera? I crocieristi sono molto più mobili delle merci, nei loro riguardi esiste l’attrattiva Venezia, che non esiste per le merci
che seguono solo il criterio del costo. Il porto crocieristico può essere pensato con capacità e lungimiranza progettuale e va ridisegnato, pur con la necessaria gradualità, considerando l’attrattiva della città e la tutela di un turismo con essa compatibile. Se si vogliono salvare l’ambiente, il porto e il lavoro, le grandi navi vanno accolte fuori dalla laguna.

RENZO SCARPA SU ECOMAGAZINE

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(Renzo Scarpa, consigliere comunale e capogruppo del Gruppo Misto al Comune di Venezia.)

DOMANDA
Grandi Navi e laguna, sono due cose assolutamente incompatibili?

RISPOSTA
Credo proprio di si anche se, per evitare di generalizzare e farla decadere a mera questione estetica o sentimentale, dovremmo basare questa valutazione soprattutto sull’incidenza che le navi, grandi o piccole che siano, hanno sull’ambiente che sta loro attorno.
Ad esempio, esiste la diatriba su quanto incida il passaggio di queste navi per i canali interni lagunari. Molto spesso essa viene ridotta alla misurazione dell’altezza di onda prodotta in superficie dallo scafo alle varie velocità, più raramente (ma ultimamente in modo più frequente) la discussione affronta anche il tema legato allo spostamento di ingenti masse d’acqua sottoposte prima a “pressione” e poi a “depressione” violente. In realtà esiste, e purtroppo non viene mai considerata, anche l’incidenza diretta che il passaggio della nave esercita sul fondo del canale. (Che rappresenta, a Venezia, un ambiente vivo, saturo di vita marina). Ho chiesto ad un ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Navale, del Mare e per l’Ambiente di Trieste, di indicarmi il rapporto di non incidenza tra le dimensioni di una nave e la profondità del canale in cui sta navigando e ne è venuto fuori un dato impressionante: per non creare interferenze al fondo di un canale esso dovrebbe essere tra le quattro e le cinque volte più profondo del pescaggio della nave medesima. Vale a dire che una nave con pescaggio di nove metri, per evitare danni ambientali dovrebbe transitare solo per canali profondi almeno trentacinque metri. Nei casi come Venezia in cui i canali non superano la profondità di dodici metri (Canale dei Petroli) il traffico dovrebbe ridursi alle navi che pescano meno di tre metri oppure dovrebbe essere garantita una attività di ripristino ambientale costante atta a ridurre il danno causato dal traffico.

DOMANDA
Con una ipotetica chiusura della marittima, i lavoratori e le Compagnie di navigazione temono ricadute occupazionali nel settore crociere. Che ne pensi?

RISPOSTA
Dobbiamo capirci. Le ipotesi di spostamento delle grandi navi a Marghera o alla bocca di Porto di Lido comportano lo “spostamento” della marittima o di una parte di essa non la sua “chiusura”. Nella storia della Città la marittima è già stata spostata altre volte e mai ciò ne ha comportato la chiusura. A quanto è dato di sapere, a parità di traffico non si perderebbe neanche un posto di lavoro.

DOMANDA
Salvaguardare occupazione e ambiente insieme. E’ possibile?

RISPOSTA
Nessuna attività dell’uomo, neanche la sua sola esistenza è ad impatto zero, contemporaneamente non è possibile pensare ad un mondo incontaminato senza esseri umani. Si tratta di individuare compromessi convenienti per entrambe le esigenze.
Sono convinto sia possibile e sono convinto che ciò rappresenti il migliore antidoto alla speculazione.
Quando, finalmente, ogni attività antropica valuterà in via preventiva e reale il proprio impatto ambientale e inserirà tra i propri costi anche quello del ripristino / ricupero / manutenzione ambientale in modo da rendere il meno profonda possibile la propria “impronta ambientale”, la concorrenza si farà sulle intelligenze e potremo sperare in un mondo migliore e più giusto.

DOMANDA
Lo scavo del Contorta e il dirottamento delle Grandi Navi lungo il canale dei Petroli potrebbe rivelarsi una soluzione accettabile entro determinate condizioni?

RISPOSTA
No. Tutto ciò che si sa sul progetto di realizzazione di un nuovo Canale di S.Angelo Contorta, lo rende di fatto incompatibile con la vita della Laguna e della Città stessa. Oltre alle motivazioni di cui sopra legate all’incidenza dei passaggi si realizzerebbero le seguenti condizioni negative:
Si renderebbe necessario un allargamento del Canale dei Petroli nel tratto tra S.Leonardo e l’intersezione del nuovo Canale Contorta.
Si costituirebbe un collegamento diretto tra il Canale dei Petroli e il Canale della Giudecca, che faciliterebbe ulteriormente l’allagamento della Laguna da parte del mare con conseguente aumento dell’altezza e del tempo di permanenza dell’acqua alta a Venezia. (Il problema dell’aumento della frequenza delle Acque alte sta proprio in questa velocità aumentata a dismisura negli ultimi 50 anni. Le cause stanno nello scavo dei canali industriali, nella conseguente erosione della laguna, nella scomparsa delle fanerogame.)
L’arginamento dei Canali Contorta e Petroli, indispensabile ad impedire l’ulteriore e definitiva erosione della Laguna centrale, aumenterebbe a dismisura il problema dell’asfissia estiva delle acque che già si manifesta puntualmente ogni estate nei periodi di incidenza di alte temperature. Tale fenomeno causa la morte di tutte le forme viventi nella zona interessata ed è in continuo e previsto aumento.
I costi dell’operazione sarebbero molto più alti di quelli ipotizzati e molto verosimilmente a carico della collettività. (Allego la sintesi di uno studio specifico sulle caratteristiche dell’opera.)

DOMANDA
Un porto offshore come nel progetto De Piccoli potrebbe essere una risposta o semplicemente scarica il problema sul Cavallino?

RISPOSTA
In realtà non si tratta di un vero e proprio offshore ed inevitabilmente scarica una parte dei problemi sul Cavallino comportando impatti di altro tipo, ma è l’unico che riesce a tenere assieme le due necessità di escludere le navi dalla Laguna e di salvaguardare l’attività crocieristica.

DOMANDA
In caso contrario, dove potrebbero ormeggiare le Grandi Navi?

RISPOSTA
Non vedo altre soluzioni all’interno della Laguna anche in relazione alla necessità di svincolare le crociere dalla sudditanza delle barriere del Mo.S.E.. Credo che si possano ipotizzare solo vere strutture oofshore.

DOMANDA
Che ne pensi della soluzione porto Marghera?

RISPOSTA
Ha un suo fascino per quanto attiene alla riqualificazione delle aree industriali ma la sua realizzazione comporterebbe l’allargamento del Canale dei Petroli, mentre il suo trovarsi all’interno delle barriere del Mo.S.E. finirebbe per penalizzare l’attività crocieristica. In ogni caso, come già evidenziato dall’Autorità Marittima, il traffico crocieristico confligge in termini di sicurezza con il traffico commerciale.

DOMANDA
Come giudichi le politiche delle diverse istituzioni, ad ogni livello, comunale, regionale e nazionale?

RISPOSTA
Le Istituzioni hanno prodotto molta confusione. Il Sindaco, inizialmente, aveva firmato il protocollo con l’Autorità Portuale concordando la realizzazione della via alternativa alla marittima che significava scavo del Contorta. Successivamente è ritornato sull’idea contenuta nel suo programma di mandato cioè Marghera. Nessun studio è, però, mai stato predisposto, nessuna ricerca commissionata, nessuna discussione organizzata.
La Regione si è limitata a sostenere aprioristicamente le soluzioni che prevedevano lo scavo di enormi canali.
Il livello Nazionale si è diviso tra chi vuole il Canale e chi indica la necessità di fare un confronto tra tutti le idee progettuali. Temo che la nascita del nuovo governo possa spostare l’ago della bilancia a favore della soluzione “Contorta”. (Come sempre, il nome dice la cosa)

DOMANDA
Che futuro sogni per la laguna di Venezia?

RISPOSTA
Se devo sognare lo faccio alla grande. Sogno una Laguna disinquinata e in grado di autodifendere sé stessa e la Città di Venezia dal mare. Poco profonda, con canali naturali, tappezzata di fanerogame come era in origine e con poco ricambio dal mare. (Sono sempre state le fanerogame a garantire l’ossigeno alle forme viventi). Una Laguna frequentata quotidianamente da decine di migliaia di cittadini residenti, pescosissima come lo è sempre stata, base di un sistema ad economia diffusa fatta di tante piccole attività ad alta specializzazione e conoscenza, operose, dinamiche intelligenti, rispettose. Una Laguna a valore ambientale inestimabile e a valore economico molto più alto di quello rappresentato dal traffico crocieristico.

DOMANDA
Cosa ti sembra necessario fare?

RISPOSTA
Necessita mettere la vita della Città di Venezia al centro di tutte le questioni politiche, economiche, sociali per tentare di fare in modo che sia quello che avviene ad aiutare Venezia a rimanere sé stessa in modo adeguato al tempo.
Non viceversa.