Archivio mensile:febbraio 2012

NO GRANDI NAVI. COMUNICATO N. 16

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La grande partecipazione di cittadini alla manifestazione pubblica di ieri sul devastante progetto di scavare il Canale Contorta Sant’Angelo per estromettere le navi da crociera dal Bacino di San Marco, facendole giungere in Marittima dalla “porta di servizio” del Canale dei Petroli, dimostra la voglia di centinaia di persone di conoscere i contenuti di scelte così determinanti per il futuro della città e della laguna e di partecipare ai processi decisionali che le determinano. Sala San Leonardo, insomma, ha gridato un fortissimo “NO” alla prassi, fin qui invalsa tra lor signori, di prendere le loro decisioni nelle segrete stanze, comunicandole alle comunità praticamente a cose fatte, in modo burocratico, solo per rispetto formale a quel po’ di trasparenza imposto dalla normativa. Evidentemente quanto sta succedendo in Val di Susa non ha insegnato nulla.

E’ dunque giunta l’ora di chiedere che le autorità la smettano di decidere sulla testa della gente al cui servizio svolgono pro tempore un ruolo che dovrebbe renderli “servitori dello Stato”, cioè del Popolo, e che non li fa, invece, come alcuni evidentemente si credono, dei boiardi svincolati da ogni dovere di trasparenza.

Ciò vale in generale e, nel particolare delle cose veneziane, per i temi sul tappeto in questi giorni e per altri di cui poco si sa. Al riguardo, chiediamo pubblicamente al presidente del Magistrato alle Acque, Ciriaco D’Alessio, di dire alla città:

  • se lo studio di fattibilità per lo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo sia stato effettivamente affidato dal Magistrato stesso a qualche ente o a qualche studioso, come appare da notizie di stampa, e soprattutto a chi sia stato affidato;
  • in che modo sia stato scelto il soggetto chiamato a redigere lo studio;
  • su quali fondi siano stati caricati i necessari finanziamenti;
  • quale sia l’obiettivo dello studio, cioè in altre parole quale quesito sia stato posto al soggetto invitato a rispondere. Dai resoconti di stampa, infatti, l’architetto Ciriaco D’Alessio sembra già ora sostenere che lo scavo del canale non dovrebbe influenzare l’andamento mareografico della laguna, ma dal momento che un’autorità scientifica di assoluto livello come il prof. Luigi D’Alpaos afferma invece esattamente in contrario viene da chiedersi su quali fondamenti il presidente del Magistrato alle Acque basi le sue certezze. Magari su domande mal poste, come quando il Porto nega gli effetti del dislocamento di migliaia di tonnellate d’acqua prodotto dalle grandi navi invitando a guardare il solo moto ondoso di superficie?

A San Leonardo si è altresì saputo che sarebbe pronta la terza e ultima versione del Piano di riassetto morfologico della laguna, richiesto da oltre un decennio dalla legge speciale ma rimasto finora nel fondo di qualche cassetto anche nelle due versioni precedenti. Perchè? Non andava bene a qualcuno? Quali ne sono i contenuti? Come è possibile che l’Autorità Portuale disegni i suoi piani di sviluppo magnifico e progressivo, a suon di alterazioni del tessuto della laguna, senza che esista un piano sovraordinato che dica, “prima”, cosa è o non è compatibile col recupero morfologico che è l’obiettivo centrale dell’intero corpo della legge speciale per Venezia? Anche su ciò aspettiamo risposta dal Magistrato.

No Grandi Navi – Laguna Bene Comune

 

MISFATTI LAGUNARI

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COMUNICATO n° 14 del Comitato NO Grandi Navi – 22 febbraio 2012
Nel proporre lo scavo del piccolo canale Contorta Sant’Angelo come alternativa di percorso per consentire alle grandi navi da crociera di raggiungere la Marittima senza passar…e per Bacino San Marco o passandovi una volta sola, il presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Costa, che lo aveva lanciato anche da sindaco, ha sempre sostenuto che il progetto fu a suo tempo approvato dal prof. Luigi D’Alpaos, ingegnere, oridinario di Idrodinamica nell’Università degli Studi di Padova. Il progetto sembra oggi fatto proprio anche dal sindaco, Giorgio Orsoni, e dallo stesso ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, e da notizie di stampa pare che il Magistrato alle Acque ne abbia formalmente affidato l’approfondimento non si sa a quale esperto, ente, istituzione.
Il Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune osteggia tale progetto, che porterà il Canale dei Petroli in città e che manterrà a Venezia e in laguna tutte le criticità, i rischi, i pericoli connessi al traffico croceristico, e stigmatizza il metodo poco trasparente col quale nelle segrete stanze si prendono decisioni cruciali passando sopra la testa dei cittadini. Per fare chiarezza e offrire invece utili elementi di riflessione al dibattito cittadino, il Comitato ha dunque deciso di invitare il prof. D’Alpaos a dare il suo contributo di sapere, spiegando alla cittadinanza quale sia il suo autorevole giudizio sul progetto dell’Autorità Portuale.
L’incontro pubblico col prof. D’Alpaos avverrà lunedì 27 febbraio alle 17 in Sala San Leonardo (Cannaregio 1584): data l’mportanza del tema, vi prego caldamente di dare la notizia dell’appuntamento, e di inserirla se possibile più volte nelle agende quotidiane di codeste testate.
In ogni caso, cordiali saluti e buon lavoro.

Silvio Testa
Portavoce del Comitato
No Grandi Navi – Laguna Bene Comune

IL VOLO DEL COLOMBINO E I LIDIOTI

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Sconcertanti dichiarazioni di Massimo Cacciari sul Gazzettino del 15 febbraio scorso:

«Meno male che è stato nominato un commissario come Spaziante, altrimenti il “progetto Lido” non sarebbe mai partito».

L’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, spezza una lancia in favore della riconferma del commissario Vincenzo Spaziante. Fu proprio Cacciari a chiederne l’ampliamento dei poteri.

«Come ho spiegato milioni di volte il motivo era estremamente semplice e logico – argomenta il filosofo – la realizzazione del nuovo Palacinema non era un tassello unico, ma parte di un quadro più ampio, denominato “progetto Lido”. Non occorreva solo realizzare il nuovo Palazzo, ma anche riqualificare l’ospitalità alberghiera, rimettere mano alla viabilità, sistemare dei veri e propri “buchi neri”. Altrimenti un Palazzo da so…lo non stava in piedi e non avrebbe certo rilanciato il Lido. Ecco perchè il commissario, per il cui impegno va ringraziato, ha allargato le sue funzioni».

Oggi però, al posto dell’opera, a anni di distanza, in lungomare Marconi c’è solo una voragine.

«Come vanno le cose oggi non lo so – insiste Cacciari – e non me ne frega niente. Ho scelto di non fare più il sindaco, proprio per non occuparmi più di questi problemi. Quello che so è che fino a quando c’ero io per il nuovo Palacinema c’era un buon progetto e le cose stavano andando avanti. Il resto non mi riguarda più. Chi critica il ruolo del commissario non capisce nulla. D’altra parte gli ambientalisti si sono mobilitati anche per fermare l’intervento al Parco delle Rose, che, intanto, così com’è oggi è una topaia».
Cacciari non si sbilancia sull’esito futuro del progetto Lido.

«Il problema sono le solite lamentazioni degli abitanti – conclude Massimo Cacciari – che non sono lidensi ma lidioti. Ho smesso di fare il sindaco proprio perchè non ne voglio sapere più nulla. Si arrangino. Vivono nel più bel posto del mondo, e ne parlano come se stessero su una località bombardata e di frontiera».”

“LE MONDE” SULLE MAXINAVI IN LAGUNA

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Venise en guerre contre les croisières

Le débat était déjà vif. Depuis le naufrage du “Costa-Concordia”, il est monté d’un cran. Dans le viseur, les “immeubles flottants” qui croisent dans la lagune. Accusés de drainer un tourisme de masse et de dégrader l’environnement, ils pourraient être interdits de passage. Si ces arguments résistent à la -pression économique…

 

Silvio Testa a deux amours, Venise et sa lagune. La beauté de la cité et la fragilité de son environnement lacustre. L’une a besoin de l’autre pour sa survie, dit-il, et les charmes sauvages des marécages valent bien les magnificences de la place Saint-Marc. Pour préserver les deux, il a un avis bien tranché : ” Fuori i grandi navi “, dehors les paquebots géants. Ce retraité vénitien ne veut plus les voir ni dans le canal de la Giudecca ou le bassin de Saint-Marc – où ils sont curieusement autorisés à naviguer avec leurs milliers de passagers – ni nulle part ailleurs dans la lagune. ” Ils sont le symbole le plus éclatant de ce tourisme de masse qui nous fait tellement de mal “, lâche-t-il. A l’appui de sa démonstration, ces étonnantes images où l’on voit des monstres des mers fermer l’horizon ou toiser le campanile de San Giorgio Maggiore. Et créer une vive polémique. Uniquement à cause de leur taille, assure Antonio Paruzzolo, adjoint au maire de Venise. ” Comme la neige n’a jamais été un problème pour les villes de montagne, les bateaux n’ont jamais été un problème pour Venise, ils font partie de son histoire “, rappelle-t-il. Tant que les bateaux n’excédaient pas les 50 000 ou 60 000 tonnes, comme les ferry-boats qui assurent la liaison avec les ports grecs, la situation était, selon lui, ” sous contrôle “. Elle l’est beaucoup moins depuis que les paquebots dépassent les 100 000 tonnes. Ces embarcations ” sont certainement parfaites pour les croisières dans les Caraïbes, mais disproportionnées pour Venise “, juge-t-il. ” Trop grands, trop gros, ils posent un problème esthétique “, concède -Paolo Costa, l’ancien maire de Venise et actuel président de l’Autorité portuaire.

 

Silvio Testa est un ancien journaliste du Gazzettino, le quotidien de Venise et du nord-est de l’Italie. Pendant toute sa carrière, il a aimé ferrailler contre les pouvoirs locaux. Aujourd’hui à la retraite, il continue le combat. Contre les énormes paquebots qui croisent devant le palais des Doges pour rejoindre (ou quitter) la Gare maritime. Il donne rendez-vous près de Santa Margherita, à quelques mètres du Ponte dei Pugni, le ” pont des poings “, où, selon la tradition, deux factions rivales avaient l’habitude de se battre pour imposer leur autorité. Lui s’avance à mains nues, mais les bras chargés d’un dossier rouge frappé du logo ” No Grandi Navi “. Il intervient en qualité de porte-parole d’un collectif d’associations opposées aux paquebots géants. Dans son dossier, un livret blanc rédigé par ses soins au titre E le chiamano navi (” Et ils appellent ça des bateaux “). Lui préfère parler d’” immeubles flottants hauts de 60 mètres “. Il en recense 650 par an, qui passent et repassent dans le bassin de Saint-Marc. ” Une folie! ”

La présentation publique de son ouvrage, le 1er novembre 2011, créa ce qu’il appelle ” un événement “, inattendu, inespéré : ” 300 personnes sont venues. Incroyable ! Cela a relancé le mouvement. ” Pas autant que l’échouage du Costa-Concordia, un paquebot de croisière naufragé, vendredi 13 janvier, au large de l’île de Giglio, qui a donné au combat du Vénitien une visibilité internationale. Grâce, si l’on peut dire, à l’impact médiatique de cette catastrophe (32 victimes à ce jour), Silvio Testa et les comités No Grandi Navi espéraient réunir de nombreux manifestants sur les Zattere, les quais face à la Giudecca, à l’occasion du passage en ville du navire de croisière MSC Magnifica, vendredi 17 février, en plein carnaval.

L’attrait de Venise est devenu tel pour les croisiéristes que le port de la Sérénissime figure aujourd’hui au troisième rang européen dans cette catégorie : environ 1,6 million de passagers ont été recensés en 2010 (650 000 qui embarquent, 660 000 qui débarquent et 330 000 en escale), derrière Civita Vecchia, près de Rome (1,9 million de passagers) et Barcelone (2,3 millions). En 2008, Venise n’accueillait ” que ” 1,2 million de croisiéristes, selon les statistiques de l’European Cruise Council.

Le boom de cette forme de tourisme, la commune et ses habitants l’ont longtemps observé d’un oeil favorable. Tout d’abord parce qu’il permettait à la cité des Doges de renouer avec sa grandeur maritime et semblait redonner vie à ce que Paolo Costa nomme le ” théorème de Thomas Mann ” : selon l’auteur de Mort à Venise, on ne saurait en effet gagner la plus belle ville du monde autrement que par la mer. Ensuite parce que les manoeuvres des paquebots géants avaient l’air de s’effectuer dans des conditions de sécurité maximale : dès leur entrée dans la lagune, du côté du Lido, deux remorqueurs viennent les escorter jusqu’au port et un pilote autorisé à naviguer dans ces eaux se substitue au commandement de bord. Ensuite, ” ils suivent un rail “, précise M. Costa, le président du port. A ce jour, un seul incident sérieux est à répertorier : l’ensablement d’un bateau allemand, un soir de brume, en 2004.

Enfin, l’argument économique semblait imparable. Les paquebots offrent un joli surcroît d’activité à la Gare maritime, très utile pour compenser celle, déclinante, du port industriel de Marghera. Quant aux passagers – du moins ceux qui descendent à terre -, ils viennent s’ajouter aux 20 à 25 millions de touristes qui visitent chaque année Venise, ce qui ne saurait déplaire aux commerçants. Selon Paolo Costa, le business des croisières représente ” 3 000 à 4 000 emplois directs pour les entreprises du coin “, qui viennent s’ajouter aux 1 700 employés du port. Bref, commente Francesco di Cesare, ” Venise offre une belle opportunité aux compagnies de croisière et l’industrie croisiériste est une bonne chose pour Venise”. Le président de l’agence de consulting Riposte Turismo pense d’ailleurs que sa ville peut encore augmenter sa capacité d’accueil des grands navires. Les paquebots ne sont-ils pas démesurés ? ” Un gratte-ciel est hors de proportion, la tour de Dubaï est hors de proportion. Et alors ? ”

Les Vénitiens, eux, ont fini par déchanter devant ce spectacle embarrassant : ” Ridicule, cela donne une image superficielle de la ville “, regrette Alessandra Marin, 24 ans, étudiante en ingénierie maritime. D’autres évoquent un ” zoo “, ” Disneyland “… Longtemps, les mouvements de protestation contre les passages ” en ville ” des paquebots n’ont pas soulevé les foules. ” Rébellion est un mot inconnu ici “, avance l’écrivain et journaliste Roberto Ferrucci. Pourtant, quand les paquebots ont commencé à stationner du côté de Santa Elena, près des jardins qui accueillent la Biennale d’art contemporain, il n’a pas été le seul riverain à se fâcher. ” C’était devenu totalement idiot, cet endroit, c’est une rive, pas un port ! “

C’est alors que l’affaire a pris une tournure politique. Le maire, Giorgio Orsoni, a fait campagne en 2010 contre ce phénomène. Pour mieux se faire comprendre de tous les Italiens, il eut recours à une image évocatrice : ” Des bateaux dans le bassin de Saint-Marc, c’est comme si on autorisait des camions de transports internationaux à circuler dans la zone piétonne de la cathédrale de Milan. “ Efficace. Et tout à fait dans la ligne de l’une des principales préoccupations des comités No Grandi Navi. Inquiets des possibles atteintes aux fragilités de la Sérénissime, leurs adhérents redoutent à la fois la pollution produite par les énormes moteurs et les effets des vagues, accusées d’endommager quais et pilotis. Aucune étude, à ce jour, ne vient toutefois appuyer ces craintes. Ni les repousser. Mais comme le souligne Antonio Paruzzolo dans son bureau qui domine le Grand Canal, ” c’est comme pour le changement climatique “, difficile d’en mesurer les effets à l’oeil nu, mais encore plus difficile d’affirmer qu’ils n’existent pas.

L’impact du passage des paquebots sur l’environnement serait toutefois ” moins néfaste que les conséquences économiques et sociales “, selon Jan Van Der Borg, professeur d’économie du tourisme à l’Université de Venise. ” Leurs passagers appartiennent à la catégorie des excursionnistes, assène-t-il. Ils n’apportent pas énormément à l’économie locale et ils sont le type de visiteurs qui font de Venise un musée à ciel ouvert, qui aggravent la mono-activité touristique de cette ville, au détriment de toutes les autres activités. Ils contribuent au déclin social et économique de cette ville. “ Ce combat contre les bateaux, ajoute Roberto Ferrucci, ” c’est aussi pour Venise l’occasion d’essayer de redevenir une ville, pas un musée spectaculaire “.

Que faire ? Venise a l’habitude d’aller à son rythme – par exemple, le pont de l’Académie, sur le Grand Canal, a une structure en bois temporaire depuis 1933. Mais à écouter Antonio Paruzzolo, ” une volonté politique “ de faire changer les choses a définitivement émergé, à l’échelon local comme au plan national. ” Une dizaine de réunions ont été consacrées à ce sujet ces dernières semaines “, assure-t-il. Corrado Clini, le ministre de l’environnement du gouvernement Monti, aurait même envisagé l’interdiction pure et simple des paquebots géants dans la lagune. ” C’est une solution, mais cela porterait un coup fatal à cette industrie et détruirait beaucoup d’emplois “, proteste l’adjoint au maire de Venise.

D’autres routes d’accès au port de Venise sont envisagées. Paolo Costa assure qu’il a ” déjà pris contact avec les compagnies croisiéristes “ pour les prévenir que leurs navires ne pourront pas éternellement croiser dans le bassin de Saint-Marc. Pour financer d’éventuels travaux, il n’écarte pas la possibilité de faire appel à la générosité de ces compagnies. En tant qu’ancien maire de Venise, il sait combien les pressions internationales sont fortes quand apparaissent les fragilités de la Sérénissime. Il tente de les retourner à son avantage : ” Si Venise appartient à tout le monde, le monde doit prendre ses responsabilités. “ Et payer.

Quelle que soit la solution retenue pour détourner les bateaux de croisière (s’il en existe une), sa mise en oeuvre nécessitera au moins un ou deux ans de travaux d’aménagement. Les ” excursionnistes ” ont donc encore un peu de temps pour s’offrir le souvenir d’une vie de touriste en admirant le palais des Doges depuis le pont d’un géant des mers. Ensuite, si les choses changent vraiment, il leur faudra suivre le conseil de Silvio Testa : ” Visitez Venise à pied, pas comme des éléphants dans un magasin de porcelaine. “

[Da http://www.lemonde.fr/m/article/2012/02/17/venise-en-guerre-contre-les-croisieres_1644026_1575563.html  ]

A VENEZIA NON PUÒ SUCCEDERE… MA È GIÀ SUCCESSO!

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Qualcuno ha detto che a Venezia non può succedere ! ….

Ma è già successo ! ! !

Quali sarebbero i danni se oggi fosse coinvolta una Grande Nave in transito???

1973 – nave da carico Bulk Mariner – colpisce con prua, fianco e parte poppiera Riva Sette Martiri causando diversi danni alla riva

23 Dicembre 1976 – Motocisterna Monte Berico – contro riva San Nicolò – Lido – penetra per tre metri nella riva

31 Maggio 1980 Portacontainers AFROS – Contro riva Biennale ai Giardini di Castello – sfonda parapetto e penetra nella riva

Comitato NO Grandi Navi – Laguna Bene Comune

NUOVO TERMINAL CROCIERISTICO A PELLESTRINA?

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Nelle segrete stanze di Palazzo X Savi, nell’ultima seduta del Comitato Tecnico di Magistratura, è stato deciso al modico costo di 1 milione e 860 mila euro l’avvio di uno studio – tecnicamente è una variante – per verificare la possibilità di collocare un nuovo terminal croceristico nell’area di Santa Maria del Mare, a Pellestrina, dove sono in costruzione i cassoni del Mose. Lo studio dovrà essere finalizzato anche all’eventuale Valutazione di impatto ambientale che, lo ricordiamo, dovrà prevedere anche la cosiddetta “opzione zero”, ovvero non si fa nulla, e il confronto di t…utte le alternative possibili: ad esempio un altro terminal in altre bocche di porto; un terminal in mare aperto; lo spostamento del crocerismo in altro porto adriatico; il mantenimento di una quota di crocerismo attraverso l’utilizzo di navi compatibili con la salute dei cittadini, la sicurezza, la salvaguardia fisica della città e della laguna, il recupero morfologico della laguna.
E’ in pratica il primo passo verso la realizzazione del progetto dell’Autorità portuale per estromettere le grandi navi dal Bacino di San Marco, portandole a breve termine (si vedrà quanto) alla Marittima, collegandola a Malamocco via Canale dei Petroli con lo scavo del canale Contorta Sant’Angelo, e a medio – lungo termine a un nuovo porto fuori dalla laguna, appunto a Malamocco. Il progetto è stato appoggiato dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, “fatte salve le compatibilità ambientali”, e dal sindaco, Giorgio Orsoni, e non prevede la riduzione del crocerismo, né nel numero delle navi, né nella loro dimensione, né infine nel numero dei passeggeri.
Forse il Comune interpreta così l’avvio di quegli studi sulla compatibilità del crocerismo e della portualità con la città e con la laguna ai quali è ora obbligato dal Piano di assetto del territorio (Pat)?
Il Comitato No Grandi Navi, attraverso il proprio emendamento accolto nel Pat, chiede studi credibili, e la credibilità non può andare disgiunta dalla trasparenza, che nel caso dei lavori del Comitato Tecnico di Magistratura non pare una delle priorità del Magistrato alle Acque.
Chiediamo:
un ordine del giorno pubblico delle sedute del Comitato Tecnico;
di sapere a chi è stato affidato lo studio per il nuovo porto di Malamocco;
di sapere chi ne è stato il committente; cioè chi ha chiesto al Magistrato alle Acque di provvedervi;
di sapere su quali fondi verrà imputata la spesa, se di legge speciale o ad esempio dell’Autorità portuale.

Silvio Testa
portavoce del Comitato
No Grandi Navi – Laguna Bene Comune