(Il ministro Corrado Clini)
REPLICA ALLE ACCUSE CHE IL MINISTRO DELL’AMBIENTE, CORRADO CLINI, HA RIVOLTO A QUANTI PROTESTANO PER I PROGETTATI INTERVENTI IN LAGUNA A FAVORE DEL CROCERISMO.
Ma Corrado Clini è ministro dell’Ambiente o di che? Il ministro, infatti, si è talmente appiattito sugli interessi delle compagnie da crociera e sulle posizioni dell’Autorità Portuale e della Venezia Terminal Passeggeri da aver prima firmato un decreto burletta che detta severissime disposizioni per tutti i mari italiani ma lascia del tutto senza difesa Venezia e da essere ora pronto ad avallare il colpo di grazia alla laguna, con lo scavo del canale Contorta Sant’Angelo.
Clini, evidentemente in difficoltà e stretto da poteri più forti di lui, accusa chi protesta contro questo delitto ambientale, cioé noi del Comitato NO Grandi Navi, di essere nei fatti i sostenitori del mantenimento dei traffici in Bacino San Marco, ma la verità è che non ha voluto cercare nessuna alternativa, accodandosi passivamente al treno di coloro che vogliono mantenere questo modello di crocerismo, costi quel che costi in termini ambientali, sanitari, sociali.
È il modello voluto dalle compagnie da crociera, che per i loro calcoli economici incrementano la corsa al gigantismo pretendendo che Venezia e la laguna si pieghino e si adattino alle loro scelte, mentre un sano governo delle cose dovrebbe imporre esattamente il contrario. Sabato 2 giugno giungerà trionfalmente a Venezia la Msc Divina, appena varata a Marsiglia: lunga 333 metri, 137.000 tonnellate di stazza lorda. È la nave più grande mai entrata in laguna, ma altre ne seguiranno, sempre di più, sempre più grandi, quando in questo affare da locuste si getteranno anche i tour operator cinesi, indiani, brasiliani. Il limite lo decideranno loro, compagnie e tour operator, Venezia come sempre subirà, e magari ci sarà chi se ne vanterà.
L’unica bravura della Vtp è l’operare a Venezia, dove il problema non è attrarre turisti o croceristi, ma semmai tenerli fuori. La vera imprenditorialità sarebbe puntare alla qualità, non alla quantità, rispettosi del bene grazie al quale si lavora, ma chi glielo fa fare? Non certo Clini, che comunque è in buona compagnia col sindaco, Giorgio Orsoni, a cui il ruolo del pesce in barile riesce particolarmente bene, con la Provincia, con la Regione.
La vera alternativa, quella che Clini dovrebbe imporre, è cambiare modello, come chiediamo noi del Comitato. Fermare da subito le navi sopra le 40.000 tonnellate, quelle che il Governo stesso definisce pericolose. Poi stabilire, velocemente, più rapidamente che non lo scavare il canale Contorta Sant’Angelo, dimensioni, stazze, dislocamento delle navi compatibili con Venezia e la laguna, e far entrare solo quelle, con l’obbligo di carburanti puliti come avviene negli Stati Uniti o nell’Europa del Nord, nel numero che sarà definito sostenibile in una equilibrata gestione del turismo cittadino.
Tutto il resto, fuori, e su quel fuori si ragioni: nessuna nave in più? Un nuovo porto sui litorali? Un porto in mare? Le risposte possono essere varie, ma vanno cercate nell’interesse vero della città, in un sano equilibrio che contemperi le legittime esigenze di chi attorno al porto lavora e la tutela di un ambiente unico al mondo, il benessere di Venezia, la salute dei suoi cittadini.
La parolina magica è sostenibilità, se Clini sa cosa vuol dire.
Silvio Testa, Portavoce del Comitato NO Grandi Navi – Laguna Bene Comune
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Per firmare on line contro le grandi navi in laguna
www.petizionionline.it/petizione/petizione-popolare-fuori-dalla-laguna-le-navi-incompatibili/6937