VENISE OU LES MALHEURS DE LA VERTU

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«Se il marchese De Sade fosse un veneziano del nostro tempo, anziché “JUSTINE OVVERO LE DISGRAZIE DELLA VIRTÙ” scriverebbe senz’altro “VENEZIA OVVERO LE DISGRAZIE DELLA VIRTÙ”. Come Justine, infatti, anche Venezia è bella e virtuosa, ma fatta “zimbello della scelleratezza, bersaglio di tutte le depravazioni, in balia dei gusti più barbari e mostruosi”, costretta agli stupri più inverecondi da parte della cricca di amministratori e speculatori privati che la violano ogni giorno, unicamente interessati al proprio effimero piacere personale (= Profitto Immediato da ottenersi con cementificazioni, trasformazione della laguna in braccio di mare e via discorrendo). Il progetto della sublagunare da infilare nelle viscere della laguna, poi, mi fa pensare al passo in cui l’avventuriero Roland, dotato di un membro di dimensioni ipertrofiche, pretende di introdurlo nel delicato altare posteriore della ragazza “dovessi squarciarti in due per questo”. Se penso che la nostra generazione ancora vive dei lasciti monumentali e urbanistici delle generazioni precedenti, non posso non inorridire all’idea che quelle future potranno solo maledirci per aver ucciso per ingordigia l’intera Gallina dalle Uova d’Oro (se posso passare da De Sade a La Fontaine) anziché accontentarci di  un prezioso piccolo uovo al giorno. Venezia piace ed è celebrata in tutto il mondo per come è, non per come la si vorrebbe trasformare e snaturare. L’unica preoccupazione dei nostri amministratori dovrebbe essere quella di conservarne le caratteristiche e le tradizioni il più a lungo possibile, contrastando l’esodo della popolazione e praticando una seria politica della casa. Al diavolo le opere faraoniche: puntiamo piuttosto sulla manutenzione!»

Lucio Angelini, Lido di Venezia

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  4. This is really interesting but am struggling with my not quite fluent Italian- is there a translation available anywhere? i am a journalist concerned with raising consciousness to the problems of irresponsible tourism

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